
Il rogo al Campo Rom di Torino
ROMA – La cronaca di Torino di questi giorni – la presunta violenza sessuale di una giovane ragazza e il rogo del vicino Campo Rom – riporta drammaticamente l’attenzione sulla necessità di un’informazione accurata, responsabile e non sensazionalistica.
Non possiamo non notare che, quando le cronache coinvolgono cittadini stranieri o rom, la prudenza, il rispetto della deontologia professionale, il garantismo vengono troppo spesso meno, facendo riemergere pericolosi stereotipi e antichi pregiudizi.
Come ha riconosciuto limpidamente “La Stampa”, ammettendo l’errore e chiedendo “scusa ai lettori e soprattutto a noi stessi” con una scelta giornalistica di grande significato: “Probabilmente non avremmo mai scritto: due torinesi, due astigiani, due romani, due finlandesi. Ma sui rom siamo scivolati in un titolo razzista”.
“Evitare informazioni imprecise, sommarie o distorte”, dice tra l’altro la Carta di Roma, il codice deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati e migranti che, dopo i fatti di Erba, Fnsi e Ordine dei giornalisti avevano redatto, anche a seguito dell’allarme lanciato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
Il sindacato dei giornalisti fa appello oggi, con ancora maggiore forza, al senso di responsabilità di tutti i colleghi, chiedendo che la Carta di Roma diventi pratica quotidiana.
Invitiamo le redazioni al confronto con l’associazionismo e con il territorio, anche per testimoniare la consapevolezza con la quale il giornalismo italiano cerca di far fronte alle sue responsabilità civili su un tema tanto rilevante per la convivenza.