Nel 2010 la Corte Costituzionale ha inviato un chiaro messaggio al Parlamento

Pensioni: legittimo il blocco della perequazione?

Pierluigi Franz

Pierluigi Franz (Presidente del Gruppo Romano Giornalisti Pensionati e Sindaco Inpgi)

ROMA – E’ la terza volta, dopo il 1998 e il 2008, che viene bloccata per legge la perequazione delle pensioni più alte. Ma è la prima volta che il blocco durerà 2 anni e non prevede in futuro alcun recupero di questo biennio. Ma è davvero legittimo questo blocco? Sembrerebbe proprio di no.
Basta leggere il punto 4 della motivazione della sentenza n. 310 della Corte Costituzionale del 12 novembre 2010 presidente Amirante, relatore Mazzella) quando ha dichiarato legittimo, ma con riserva, il blocco della rivalutazione monetaria dei vitalizi inviando un chiaro messaggio al Parlamento, in quanto: “Va, in definitiva, riaffermato che la garanzia costituzionale della adeguatezza e della proporzionalità del trattamento pensionistico, cui lo strumento della perequazione automatica è certamente finalizzato, incontra il limite delle risorse disponibili. A tale limite il Governo e il Parlamento devono uniformare la legislazione di spesa, con particolare rigore a presidio degli equilibri del sistema previdenziale”.
“Dev’essere, tuttavia, segnalato che la sospensione a tempo indeterminato del meccanismo perequativo, ovvero la frequente reiterazione di misure intese a paralizzarlo, esporrebbero il sistema ad evidenti tensioni con gli invalicabili principi di ragionevolezza e proporzionalità (su cui, nella materia dei trattamenti di quiescenza, v. sentenze n. 372 del 1998 e n. 349 del 1985), perché le pensioni, sia pure di maggiore consistenza, potrebbero non essere sufficientemente difese in relazione ai mutamenti del potere d’acquisto della moneta”. La sentenza

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