All’Istituto lo stesso giornalista è portavoce e capo Ufficio Stampa. La Fnsi non ci sta: “Si riveda il Regolamento”

Caro Isfol, mai sentito parlare della Legge 150?

ROMA – La Federazione Nazionale della Stampa Italiana, sindacato unitario dei giornalisti, è recentemente venuta a conoscenza del nuovo Regolamento di organizzazione e funzionamento dell’Isfol. L’attenzione è caduta in particolare sul “Titolo II, Struttura e funzionamento degli organi dell’Istituto”, e nello specifico sull’articolo 2 dedicato al ruolo del Presidente, proprio nel punto in cui si fa esplicito riferimento all’Ufficio stampa.
Il testo afferma, infatti, che questa struttura dell’ente: “Cura i rapporti con la stampa, redigendo comunicati e note informative su indicazioni del Presidente. E’ coordinato da un giornalista professionista che svolge anche il ruolo di portavoce”.
Come è abitudine della nostra Federazione, e per il ruolo che svolge per la tutela dei giornalisti, abbiamo rivolto un invito a rivedere il Regolamento in quella parte controversa, chiedendo anche un incontro ravvicinato al fine di poter esprimere costruttivamente tutte le nostre riserve.
L’incontro non lo abbiamo ottenuto, ma abbiamo ricevuto una missiva di risposta nella quale si perdura nella interpretazione assai lontana dallo spirito e dalla lettera della Legge 150/2000.
Infatti la legge 150/2000, relativa alla comunicazione e all’informazione nella pubblica amministrazione, definisce “chiaramente tre cose: che l’accesso all’attività dell’ufficio stampa è vincolato, per l’addetto e per il capo-ufficio stampa, all’iscrizione all’Albo dei giornalisti; che l’attività del portavoce è cosa diversa da quella dell’ufficio stampa ragion per cui l’incaricato non ha l’obbligo dell’iscrizione all’Albo e che le due attività non sono sovrapponibili”. Insomma, chi fa l’ufficio stampa non può fare il portavoce e, men che meno, il portavoce può assumere anche il ruolo di capo-ufficio stampa.
D’altronde la stessa Direttiva dell’ex ministro della Funzione pubblica, Franco Frattini, sulle attività di comunicazione, ancora in vigore, parla chiaro: “A differenza dell’Ufficio stampa e dei suoi compiti istituzionali, la figura del Portavoce presente nelle amministrazioni complesse, sviluppa un’attività di relazioni con gli organi di informazione in stretto collegamento ed alle dipendenze del vertice ‘pro tempore’ delle amministrazioni”.
Per questi motivi la Fnsi, con lettera del Segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, ha chiesto un incontro urgente a Filippo Patroni Griffi, ministro alla Funzione Pubblica,  Ministero depositario dell’interpretazione della legge 150/2000, al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per la Comunicazione e Informazione, Paolo Peluffo, e ad Elsa Fornero, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Ministero vigilante sull’Isfol, al fine di conoscere se l’Istituto in questione possa mai reinterpretare leggi e norme che mettono, tra l’altro, a repentaglio la sopravvivenza di professionalità giornalistiche preesistenti al nuovo Regolamento.

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