Sei poliziotti in cerca di prove per una sospetta “rivelazione del segreto d’ufficio” sul dissesto dell’Università di Siena

Perquisita “La Nazione”: prove generali di “bavaglio”?

SIENA – La redazione di Siena del quotidiano “La Nazione” è stata perquisita da agenti di polizia giudiziaria, su ordine della Procura, per cercare “documenti che potessero ravvisare una rivelazione del segreto d’ufficio in relazione agli articoli pubblicati nei giorni scorsi sulla conclusione delle indagini sul dissesto finanziario dell’Università di Siena”.
Ne ha dato notizia, in una conferenza stampa, il responsabile della redazione senese, Tommaso Strambi, che ha riferito che né il giornale, né i giornalisti sono sotto indagine bensì “informati dei fatti” nell’ambito di un procedimento contro ignoti per rivelazione del segreto d’ufficio.
Secondo quanto riferisce “La Nazione”,  nulla è stato sequestrato e gli agenti “non hanno rinvenuto nessun documento e nessun atto perché ovviamente non esiste nessuna rivelazione del segreto d’ufficio, visto che l’inchiesta è stata chiusa martedì con un provvedimento firmato dallo stesso magistrato, Antonino Nastasi, che ha firmato questa perquisizione”.
Gli articoli, usciti mercoledì e giovedì, davano notizia della chiusura dell’inchiesta, aperta nel settembre 2008, con un numero finale di 23 indagati. “Naturalmente  – ha sottolineato Strambi – si tratta di un atto che lede un diritto costituzionalmente garantito come il diritto di cronaca. Continueremo a svolgere il nostro mestiere come abbiamo sempre fatto e a raccontare un’inchiesta che interessa questa città perché va ad accertare delle responsabilità. Non siamo noi a fare le inchieste, il nostro lavoro è dare conto dell’accaduto”.
Il Comitato di redazione de “La Nazione” definisce l’episodio “un’inaccettabile intimidazione ed una forte coercizione alla libertà  di stampa”, evidenziando che in redazione “si sono presentati 6 ufficiali e agenti di polizia giudiziaria per eseguire una perquisizione dei locali della redazione con accesso al sistema informatico. Gli investigatori – afferma il Cdr – hanno esibito e notificato un decreto di perquisizione firmato dal sostituto procuratore di Siena, Antonino Nastasi per il sospetto che «vi sia stata una rivelazione di segreto d’ufficio». I giornalisti, cioé – spiega il Cdr – sono stati perquisiti per aver fatto il loro lavoro. Per aver esercitato il legittimo diritto di cronaca, peraltro pubblicando atti di avviso di conclusione indagini in deposito presso le cancellerie penali del tribunale di Siena”.
Il Comitato di redazione de “La Nazione” ritiene che il gesto costituisca “una inaccettabile intimidazione e una forte, indebita coercizione alla libertà di stampa. Continueremo a fare il nostro lavoro come sempre, queste intimidazioni non ci hanno mai impaurito. Anzi, hanno accresciuto la nostra sete di informazioni e il bisogno di vedere chiaro in una vicenda che sembra agitare i poteri forti”.
“Forte preoccupazione per un’azione che, ancora una volta, mette in discussione l’esercizio del diritto di cronaca, impedendo ai giornalisti di fare il loro lavoro, che non può che essere quello di dare le notizie e informare
 correttamente i loro lettori”, è espressa dall’Associazione Stampa Toscana e dall’Ordine dei Giornalisti della Toscana.
Assostampa e Ordine dei Giornalisti, nel rilevare, tra le altre cose, “la sproporzione tra l’azione della magistratura e le caratteristiche della notizia pubblicata – relativa alla conclusione di un’indagine e come tale oggetto di comunicazione a tutte le parti interessate – manifestano la più piena solidarietà ai colleghi della Nazione, e si schierano al loro fianco e al fianco del comitato di redazione nel respingere ogni tentativo di condizionamento nell’esercizio di un diritto-dovere di informare che è il diritto di un’intera città e di un intero paese a un’informazione corretta e senza reticenze”.
L’Unione Nazionale Cronisti Italiani e il Gruppo Cronisti Toscani , dal canto loro, si chiedono se quanto accaduto a Siena “sono forse prove generali di bavaglio? La polizia giudiziaria in redazione, le ispezioni agli appunti e ai computer sono la forma più visibile di quel bavaglio strisciante fatto di atti che acquistano sempre più il sapore di veri ostacoli concreti al lavoro quotidiano dei cronisti”.
Anche la Consulta dei Comitati di redazione della Toscana esprime piena solidarietà ai colleghi de “La Nazione”, affermando che “il rispetto che si deve alla magistratura va di pari passo col rispetto che si deve anche al lavoro di chi, nell’esercizio del diritto di cronaca, non ha altro obiettivo se non quello di dare notizie e informare i propri lettori”.
Solidarietà, infine, dai Cdr del Corriere Fiorentino, del Giornale della Toscana e del Tirreno.

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