L’Odg del Lazio sospende il direttore dell’Avanti per il mandato di cattura, ma dovrà chiarire un punto importante

Che c’entra Lavitola con i distributori di pesce?

Valter Lavitola

ROMA – L’Ordine dei giornalisti del Lazio comunica che “a norma dell’articolo 39 della legge n.69 del 1963, il giornalista Valter Lavitola è stato cancellato dall’albo, elenco professionisti.
Il Lavitola – è scritto nella nota – è stato raggiunto da un ordine di arresto da parte della magistratura e per questa ragione, visto appunto l’articolo 39, il Consiglio ha preso la decisione di cui sopra.
Il suddetto articolo, al secondo capoverso, recita testualmente: «Ove sia emesso ordine o mandato di cattura gli effetti dell’iscrizione sono sospesi di diritto fino alla revoca del mandato o dell’ordine»”.
Pertanto, la sospensione di Lavitola priva temporaneamente del direttore responsabile la storica testata del quotidiano, ormai solo in edizione on line.
Al di là degli esiti dell’inchiesta sull’estorsione al premier Silvio Berlusconi, che vede coinvolto Lavitola assieme a Giampaolo Tarantini ed alla moglie Angela Devenuto, l’Ordine dei giornalisti non potrà certamente ignorare quanto scritto dal giornalista, il 26 agosto scorso, sull’Avanti!
“Mi trovo in Bulgaria per contatti con potenziali distributori di pesce congelato…”, esordisce Valter Lavitola, in lungo comunicato stampa nel quale dà la sua versione dei fatti. Ma un giornalista professionista, tenuto quindi all’esclusività professionale, che c’entra con i “potenziali distributori di pesce congelato”? Voleva farci un articolo per l’Avanti?

Il comunicato stampa di Valter Lavitola sulla vicenda Tarantini (26 agosto)
Mi trovo in Bulgaria per contatti con potenziali distributori di pesce congelato, e sono arrivato qui prima che fosse diffusa la notizia. Ho appreso ieri sera dalla collega Cristiana Lodi, di Libero, che stavano battendo delle agenzie su quanto riportato oggi da Panorama. Non mi è stato notificato nessun avviso di garanzia. Ancora una volta fughe di notizie vere o fate ad arte determinanti però per la macelleria mediatica. Mi trovo nella situazione paradossale di dover  esercitare i miei diritti di difesa a mezzo stampa, non avendo neppure la certezza che l’indagine a mio carico esista.
Ritengo però doveroso, dato il rilievo politico della vicenda, spiegare che si tratta di eventi privi di qualsiasi rilevanza penale, consistiti nel sostegno economico ad una famiglia in pesante difficoltà. Sono a disposizione dell’autorità giudiziaria per qualsiasi cosa. Ho conosciuto Tarantini e la moglie lo scorso anno, in quanto la figlia che ha la stessa età del mio, frequentano la stessa scuola, pertanto li incontravo quasi tutte le mattine.
Mi hanno chiesto se potevo aiutarli, con dei piccoli prestiti, in quanto dopo le note vicende erano in pesantissime difficoltà economiche e non riuscivano ad avere aiuto da nessuno. Cosa che ho fatto. Tali importi, molto più modesti dei 500 mila euro ipotizzati, mi sono stati rimborsati dal Presidente Berlusconi in varie piccole tranche.
Il Tarantini recentemente mi ha chiesto un prestito di 500.000,00 euro per poter riavviare un’attività che gli consentisse di riprendere a lavorare. Tale importo non è stato corrisposto al Tarantini, il quale riteneva però, non so in base a quali fonti  (credo che abbia bleffato, per verificare se a mia volta avevo ottenuto il prestito), che avessi la disponibilità della somma che lui aveva richiesto in prestito. In ogni caso ci siamo visti, abbiamo chiarito, e gli ho confermato che il prestito sarebbe stato finalizzato esclusivamente per avviare un’attività.
Il Tarantini e la moglie si sono scusati con me per il malinteso, ed hanno sostenuto di non aver neppure pensato che io mi possa essere impossessato di qualcosa che non fosse mio. Si tratta di due ragazzi (circa 35 anni) schiacciati da eventi più grandi di loro. E’ vero che in una telefonata abbiamo parlato di vicende giudiziarie. Se è disponibile l’intercettazione, per quanto ricordi, basterebbe ascoltarla. Lui mi disse che un avvocato gli consigliava il patteggiamento, l’altro il processo.
Il Tarantini mi disse che con il processo avrebbe avuto molte più chance che con il patteggiamento. Gli ho chiesto se qualcuno gli avesse chiesto di patteggiare, lui mi ha risposto di no, al che gli ho consigliato di andare a processo, dal quale lui ha sempre sostenuto di non aver nulla da temere in quanto ha collaborato con i PM dicendo sempre la verità. Non ne sono certo ma credo che non abbia patteggiato. Basterebbe chiederglielo.
Le foto citate non erano pseudonimo di migliaia di euro, come dedotto dai Pm, ma vere foto richiestemi da molti simpatizzanti del Pdl residenti all’estero, dovrei averne ancora qualcuna non consegnata. Non sono consigliere di Palazzo Chigi per il Sud America, benché avrei ambito esserlo. Perciò in alcuni casi mi sono interessato a questione di quell’area, che conosco molto bene e dove credo che le aziende italiane abbiano grandi potenzialità non sfruttate.
Non ho investimenti a Pomezia, Brescia e Teano e tanto meno nel settore dell’acqua nel Lazio. Mi sembra fantasioso che con i presunti  500.000 euro si possano sostenere allo stesso tempo quattro investimenti e addirittura uno nel settore dell’acqua pubblica dove, come noto, si inizia a discutere da diverse decine di milioni di euro in su.

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