L’allarmistico “comunicato stampa” non tiene conto della riforma approvata dall’istituto il 15 luglio scorso

Corte dei Conti sull’Inpgi: tanto rumore per nulla

Franco Siddi

Andrea Camporese

ROMA – La Corte dei conti ha riferito al Parlamento sulla gestione finanziaria dell’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani “Giovanni Amendola” (Inpgi) per l’esercizio 2010, con riferimento alla Gestione principale, sostitutiva dell’Assicurazione Generale Obbligatoria, e alla Gestione separata, cui sono iscritti i giornalisti liberi professionisti e quelli in rapporto di lavoro coordinato e continuativo.
“Nel 2010 – è scritto nella relazione – i risultati economici della Gestione principale segnano, con un avanzo economico di 67,8 milioni, una netta flessione sul saldo dell’esercizio precedente pari al 27,9 per cento”. Per quanto riguarda la gestione previdenziale, “si fanno più concreti – nel giudizio della Corte dei conti – gli elementi di preoccupazione che si collegano, non solo al più generale andamento demografico, ma anche alla crisi in atto nel settore editoriale, con riflessi diretti sulle dinamiche del rapporto tra contributi e prestazioni e, quindi, sugli equilibri della gestione ove rapportati al medio/lungo periodo”.
Immediata la reazione del presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese, il quale ricorda che “la riforma invocata dai giudici è già stata fatta”, e del segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, che taglia corto: “l’Inpgi non corre alcun rischio, pertanto ogni preoccupazione è ingiustificata”.
Nella relazione della Sezione controllo enti della Corte dei Conti (relatore Luigi Gallucci, collaboratori per l’istruttoria e l’analisi gestionale Riccardo Potenziani e Roberto Andreotti) si legge che, nel 2010, “aumenta la forbice tra gettito contributivo IVS (che cresce dello 0,45 per cento) e spesa per pensioni (+ 6,61 per cento), con un’incidenza quindi sempre maggiore di questi oneri sulle relative entrate”. Quanto alla gestione del patrimonio mobiliare, “i risultati degli investimenti finanziari consolidano (con un risultato positivo, ai valori di mercato, di 67,0 milioni) – nel giudizio della Corte – la performance del 2009 pari a 44,9 milioni. Resta, peraltro, la necessità per gli amministratori della Cassa della sempre attenta valutazione dei fattori di rischio connessi alle singole linee d’investimento. Quanto, infine, alla sostenibilità della gestione nel suo complesso permangono elementi seri di criticità già nel medio periodo: il più recente bilancio tecnico-attuariale acquisito dall’Istituto mostra la progressiva erosione del patrimonio, che già dal 2017 non è in grado coprire la riserva legale, costituita da cinque annualità di prestazioni correnti. S’impone, quindi, l’urgente approvazione di una manovra correttiva in esito alla dinamica entrate/spese, della cui necessità, peraltro, gli stessi organi della Cassa sono ben avvertiti”.
“Quanto alla Gestione Separata – attiva, peraltro, soltanto dal 1996 – non si ravvisano – secondo la Corte dei Conti – problemi di tenuta della gestione nel medio/lungo periodo. Il 2010 chiude con un avanzo economico di 44,3 milioni, per il contributo determinante del saldo della gestione previdenziale”.
Dunque, una relazione sulla situazione dell’Inpgi relativa al 2010, che forse non giustificava un “comunicato stampa” ufficiale della Corte dei Conti, senza tenere conto che la manovra che tanto ha fatto discutere all’interno della categoria dei giornalisti (vedi aumento delle aliquote contributive di tre punti e dell’età pensionabile delle donne a 65 anni), è già stata approvata il 15 luglio scorso e, come anticipato da Giornalisti Calabria sin dal 13 luglio scorso, “l’istituto – sono parole di Andrea Camporese – è stato messo in sicurezza per i prossimi 50 anni”.
Franco Siddi sottolinea che, casomai, “le osservazioni della Corte dei Conti confermano che la manovra fatta dall’Inpgi era indifferibile e che i vertici della categoria hanno agito con tempismo mettendo in sicurezza i conti e le pensioni dei colleghi in una prospettiva di tempo nettamente più lunga, grazie agli accordi stipulati accanto al rinnovo economico biennale sottoscritto da Fieg e Fnsi”.
Il presidente dell’Inpgi, Camporese, replicando alla Corte dei Conti, ricorda che la riforma previdenziale, approvata all’unanimità dal Consiglio d’amministrazione dell’Inpgi, assicura solidità ai conti dell’Istituto anche nel lungo periodo e che l’aumento contributivo a carico delle aziende sarà di tre punti percentuali nell’arco di cinque anni, tra il 2012 e il 2016. L’età pensionabile delle donne sarà aumentata progressivamente a 65 anni nell’arco di dieci anni, tra il 2012 e il 2021. Gli sgravi contributivi, solo per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, saranno del 60% per tre anni, con una riduzione del 12% del costo del lavoro. Si tratta di una riforma che “incide positivamente sul bilancio attuariale”: la profonda «gobba» previdenziale, che era prevista tra il 2020 e il 2040, tende di fatto quasi a scomparire, il patrimonio dell’Istituto sarà sempre crescente e nei prossimi 50 anni non intaccheremo le riserve accantonate”.
“Una riforma inevitabile – ricorda Camporese – senza la quale i giornalisti, dovendo ricorrere a strumenti diversi, sarebbero stati ben più penalizzati. Con la manovra approvata, invece, l’Inpgi riuscirà a mantenere prestazioni di gran lunga superiori all’Inps. A questo risultato si è arrivati dopo un lungo processo decisionale, coinvolgendo il Consiglio d’amministrazione e le Parti sociali, di cui l’Inpgi è stato protagonista. E si tratta di un risultato straordinario che va oltre ogni più rosea aspettativa”. Un ringraziamento, naturalmente, Camporese lo ha riservato  anche alla Fieg, “che ha fatto la sua parte con grande responsabilità” ed alla Fnsi, “con cui abbiamo lavorato in modo proficuo e unitario”.
La relazione della Corte dei Conti
https://www.giornalisticalabria.it/2011/07/15/giornalisti-inpgi-al-sicuro-per-i-prossimi-50-anni/
https://www.giornalisticalabria.it/2011/07/13/camporese-“questo-contratto-e-un-piccolo-miracolo”/

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