Dopo una settimana di sparizione dalla scena pubblica, lunedì sarà presente all’udienza del processo Mills

Lodo Mondadori: Berlusconi rompe il silenzio?

Silvio Berlusconi

MILANO – Silvio Berlusconi lunedì sarà presente all’udienza del processo Mills. La conferma è arrivata dai suoi avvocati difensori che, questa mattina, si trovavano a Milano per un altro affaire giudiziario che coinvolge il premier, quello sul suo presunto concorso in rivelazione di segreto d’ufficio nell’ambito del caso sul tentativo di scalata a Bnl da parte di Unipol.
Inizierà, così, all’interno di un’aula di Tribunale, una settimana particolarmente delicata per il premier, alle prese con incognite cruciali per la tenuta dell’esecutivo come il voto di mercoledì sulla richiesta di arresto del deputato Alfonso Papa.

 Possibile che Berlusconi abbia scelto un luogo come il Palazzo di Giustizia di Milano per tornare in scena?
La domanda sorge spontanea soprattutto se si considera che negli ultimi sette giorni il capo del governo ha praticamente disertato tutti gli appuntamenti in agenda. Martedì doveva partecipare alla presentazione del nuovo unidici del “suo” Milan, ma poche ore prima della cerimonia è arrivata la disdetta.
Mercoledì pomeriggio non si è visto alla presentazione del progetto “Italia e Turismo” accanto al ministro Michela Vittoria Brambilla, e anche in serata ha rinunciato alla commemorazione in onore di Romano Comincioli, il senatore Pdl suo amico sin dai tempi del Liceo scomparso circa un mese fa.
Giovedì ha disertato i funerali di Roberto Mancini, il 40° militare italiano caduto in Afghanista, e nel pomeriggio, mentre l’aula del Senato votava la fiducia alla manovra, il suo scranno è rimasto vuoto.

Un lungo elenco di forfait e un silenzio rotto soltanto da qualche nota ufficiale e giustificato soltanto ieri con poche dichiarazioni rese alla Camera un attimo dopo il via libera definitivo alla manovra economica: “Le cose accadute in questi ultimi giorni – ha osservato il capo del governo nell’aula di Montecitorio – sono tali che se io dicessi quello che penso davvero farei qualcosa che non coincide con gli interessi degli italiani e quindi sono tali da indurmi a non parlarne. E’ il senso di responsabilità che mi ha impedito di parlare”.
Evidente il riferimento alla sentenza civile d’appello sul Lodo Mondadori che lo condanna a risaricire Carlo De Benedetti con 560 milioni di euro. Esprimere il proprio pensiero sul verdetto dei giudici d’Appello di Milano sarebbe stato troppo rischioso in un momento di attacco incrociato dei mercati finanziari sui titoli di Stato italiani. Meglio allora mordersi la lingua e aspettare un momento più opportuno.
L’occasione giusta per rompere gli indugi potrebbe essere proprio lunedì, giornata particolarmente intensa dal punto di vista degli appuntamenti giudiziari. In prima mattina il trio tutto femminile dei giudici della quarta sezione penale emetteranno un’ordinanza sulle 16 eccezioni sollevate dai difensori del premier.
Subito dopo, più o meno all’ora del secondo caffè, prenderà il via davanti ai giudici della decima sezione penale l’udienza sul caso Mills dedicata all’esame di alcuni testimoni svizzeri da sentire in videoconferenza da Berna. Ed è soltanto a quest’ultimo appuntamento – lo hanno ribadito oggi i suoi legali – che il premier intende partecipare.
Ciò significa che, se questa volta non ci saranno forfait dell’ultimo minuto, Berlusconi arriverà al Palazzo di Giustizia a metà mattina, con le Borse aperte già da qualche ora. Quando, cioè, l’indice di gradimento dei mercati internazionali sulla manovra economica approvata a tempo di record da entrambi i rami del Parlamento sarà ormai sufficientemente chiaro.
Ad attendere il premier al varco della cittadella giudiziaria ci sarà, come sempre, un plotone di giornalisti, fotografi e cameraman. Il capo del governo potrebbe decidere di lasciare tutti a bocca asciutta, restando in silenzio come del resto ha sempre fatto lungo tutta quest’ultima settimana.

 Ma, di fronte a un quadro dei mercati finanziari sufficientemente rassicurante, il Palazzo di Giustizia di Milano potrebbe anche essere il luogo giusto per mettere da parte ogni prudenza e esternare, finalmente, “quello che penso davvero” sulla sentenza del Lodo Mondadori.

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