
Maria Teresa Meli
ROMA – Ad agosto compirà 50 primavere Maria Teresa Meli, firma di punta del giornalismo politico italiano. E, in una lunga intervista a Prima Comunicazione, ripercorre i primi trent’anni di una carriera iniziata come collaboratrice esterna al Messaggero e proseguita con l’assunzione all’Adnkronos, definita “un vascello corsaro che lottava contro i giganti Ansa e Italia. Per sopravvivere bisognava ogni tanto fregarli”, dice.
Pippo Marra, editore e direttore dell’Adnkronos, “credeva molto nel talento giornalistico delle donne. Era cattivissimo ma sapeva usare il bastone e la carota. Ed era pieno di sorprese”, sottolinea Maria Teresa Meli, raccontando i segreti e i trucchi del mestiere appresi proprio da Marra in quei primi anni nel mondo del giornalismo.
“Marra non mi ha mai censurato. I problemi li ebbi con Craxi. Che battaglie! Lui alto, grosso, burbero, insolente; io una ragazza di 26 anni con la faccia di bronzo peggio della sua che gli facevo la posta al Raphael e scrivevo tutto, ogni incontro, ogni bisbiglio. Spesso si incavolava e telefonava a Marra. Per esempio, quando scoprii il suo appuntamento segreto con il migliorista Napolitano. Era furioso, a Marra non lasciò la minima replica. Il direttore mi metteva al corrente delle proteste e poi concludeva: continua a fare il tuo mestiere così come lo stai facendo”.
Le parlamentari “si sentono rassicurate” dalla presenza di una giornalista donna nei palazzi della politica.
“Ho buonissimi rapporti con molte di loro, la Carfagna, Beatrice Lorenzin, la Meloni e tante altre. L’approccio con i politici maschi, se non sei un mostro, è più facile. Poi ti accorgi che il maschilismo impera, trovi quello che ci prova… Ma io – assicura Maria Teresa Meli – sono abbastanza una bestia, non mi imbarazzo”.
Nel 1992 Maria Teresa Meli lascia l’agenzia per approdare al Giorno e poi, nel 1994, alla Stampa dove rimane per quasi dieci anni. Nel 2003 passa al Corriere della Sera.
Quanto al futuro dei giornali, “dovremo rassegnarci, ci si sta spostando dal cartaceo. Io giro con l’iPad, mi ha cambiato la vita. I miei figli, Benedetta di 28 anni e Tommaso di 13, due diverse generazioni, si informano su Internet. Gli unici giornali che vedo girare al’università – rileva – sono i free press”.