Il Consiglio nazionale approva a larghissima maggioranza un odg da inviare al Parlamento

Ordine dei giornalisti: “riformare” la riforma

Lorenzo Del Boca

Cosimo Bruno

ROMA – Certo è che la stragrande maggioranza del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti è contro la riforma proposta dal Comitato ristretto della VII Commissione della Camera dei deputati.
Estenuanti trattative, scontri verbali e mediazioni, in due giorni di riunione in seduta straordinaria, hanno evitato l’apertura della crisi che sarebbe derivata dalla messa in votazione della mozione sottoscritta da ben 80 consiglieri su 150 presenti, ma, nei fatti, hanno portato all’approvazione di un ordine del giorno che ne modifica la forma ma non la sostanza.
La mozione, che invitava il presidente Enzo Iacopino, il vice presidente Enrico Paissan, l’Esecutivo e la Commissione giuridica del Consiglio nazionale ad “esprimere parere negativo alla riforma”, era stata sottoscritta da 80 consiglieri nazionali, tra cui l’ex presidente dell’Ordine dei giornalisti, Lorenzo Del Boca, e tre dei nove componenti dell’Esecutivo in carica (il vice presidente Enrico Paissan ed i componenti Ugo Armati e Fabio Benati).
Un Consiglio nazionale che, a gran voce, ha contestato un testo che “non risponde alle esigenze di riforma dell’ordinamento, in quanto non disciplina compiutamente la professione giornalistica”. In particolare, i consiglieri nazionali dell’Odg hanno denunciato la mancanza di “regole rigorose – invocate dalla categoria – per l’accesso alla professione” e “l’eccessivo ridimensionamento del numero dei componenti del Consiglio nazionale, in funzione della contemporanea istituzione di sezioni destinate alla materia disciplinare”.
Per non parlare dell’inspiegabile “reinserimento di quella proporzione del 2 a 1 tra professionisti e pubblicisti, ritenuta mortificante perché non garantirebbe l’adeguata rappresentatività della categoria”.
Al termine di due giornate di dibattito sui più disparati argomenti, la mozione “principe” è stata trasformata in un ordine del giorno approvato, comunque, a larghissima maggioranza, con soli tre voti contrari e quattro astenuti.
“Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti – recita l’ordine del giorno approvato – preso atto delle proposte del Comitato Ristretto della VII Commissione della Camera dei Deputati, giudicando positivamente l’interesse del Parlamento ad affrontare il problema della riforma dell’ordinamento giornalistico, invita la Commissione a riesaminare le questioni dell’accesso universitario alla professione, del ricongiungimento professionale e dell’istituzione del Giurì d’Onore che costituiscono punti qualificanti del progetto di riforma dell’Ordine, votato all’unanimità nei giorni 16 e 17 ottobre 2008 a Positano”.
Il Consiglio nazionale invita, altresì, “a lasciare al potere regolamentare dell’Ordine la ripartizione proporzionale del Consiglio, in base alla realtà in evoluzione della professione prevedendo opportune verifiche durante e al termine del periodo di transizione”.
Il consigliere nazionale calabrese, Cosimo Bruno, intervenuto nel corso del dibattito, ha dichiarato che “l’approvazione a larghissima maggioranza di questo ordine del giorno rappresenta un chiaro, importante e forte segnale di unità dei giornalisti, che si sono ritrovati sulle linee espresse a Positano”.
Ritenendo che il Parlamento debba tenere conto delle riserve espresse dall’Ordine dei giornalisti, Cosimo Bruno evidenzia, infatti, che “dal testo della Camera è scomparsa del tutto la proposta di Positano per l’accesso alla professione. Come se non bastasse, è stata ridefinita la composizione del Consiglio nazionale, fissata in un numero massimo di 90 componenti e in un rapporto di due a uno tra professionisti e pubblicisti. Una scelta che cancellerebbe il criterio della rappresentatività”.
“I giornalisti pubblicisti – sottolinea Cosimo Bruno – non sono disposti a subire un così drastico ridimensionamento che toglierebbe loro voce in Consiglio nazionale. Stesso discorso per le procedure disciplinari, visto che la riforma non ha tenuto in considerazione l’articolo 4 del testo approvato a Positano. L’augurio – conclude Cosimo Bruno – è, quindi, che il Parlamento ridefinisca i tre punti qualificanti della riforma, censurati dal Consiglio nazionale dell’Ordine, seguendo la quasi unanime indicazione dei giornalisti”.
https://www.giornalisticalabria.it/2011/04/01/ordine-dei-giornalisti-contro-la-riforma/

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