Set cinematografico sotto la sede di Corso Vittorio, ma Staffelli non suona il campanello

Finta consegna del Tapiro gigante alla Fnsi

ROMA – “Striscia la Notizia, in appena 15 giorni, è stata testimone di mistificazioni ed eclatanti omissioni da parte degli organi di informazione italiani e, per questo motivo, Valerio Staffelli consegna a Roma un Tapiro gigante imbavagliato davanti alla sede della Federazione Nazionale della Stampa Italiana”.
E’ quanto si legge sul sito di “Striscia la notizia” che, nel primo pomeriggio di oggi, ha parcheggiato un camion con un tapiro gigante imbavagliato davanti alla sede della Federazione Nazionale della Stampa, a Roma, al numero 349 di Corso Vittorio Emanuele II.
Il set, degno di un copione cinematografico, era arricchito da un gruppo di ragazzi in tuta nera e bavaglio bianco che, insieme a Staffelli, hanno posato per fotografi e telecamere, naturalmente allertati dalla redazione di Striscia la notizia.
Il “Tapiro d’oro”, satirica onorificenza creata da Antonio Ricci nel 1996, viene consegnato dall’inviato del programma, Valerio Staffelli, a personaggi dello spettacolo, della politica, dello sport e di qualsiasi ambito nazionale e non, che abbiano motivo di sentirsi attapirati, cioè degni di ricevere il tapiro. Peccato che Staffelli il campanello della Fnsi non l’abbia mai suonato. In quel momento era, infatti, in corso la Giunta Esecutiva ed il buon Staffelli avrebbe avuto l’occasione per spiegare motivazione e destinatario. Non l’ha fatto, rendendosi protagonista della prima regola del cattivo giornalismo: non presentarsi all’interlocutore.
Questi, comunque, i “fatti”, secondo Striscia la notizia. Ne riportiamo integralmente il resoconto, pubblicato sull’omonimo sito, a testimonianza che i “bavagli” stanno da tutt’altra parte.
«Lunedì 14 marzo Striscia dichiara all’Ansa: “A partire dalla prossima stagione Striscia la Notizia eliminerà le Veline dal cast. In cambio chiede alla Rai di cancellare  dal palinsesto la prossima edizione di Miss Italia, programma dove la donna per antonomasia è militarizzata, e al Gruppo Espresso di rinunciare alle sue due veline: il settimanale “D-La Repubblica delle donne” e il mensile “Velvet”, dove la dignità delle donne è ridotta da sempre ad attaccapanni”. L’Ansa censura dal comunicato ufficiale della trasmissione ogni riferimento al Gruppo Espresso.
Mercoledì 23 marzo 2011 Nel servizio sul caso della centrale a carbone “Tirreno Power”, della provincia di Savona, dalla testimonianza di Milena Debenedetti, del Movimento Cinque stelle emerge: “I media spesso non danno abbastanza ascolto a queste nostre istanze sia perché Tirreno Power sponsorizza eventi culturali del Comune di Savona che squadre sportive, sia perché nella proprietà di Tirreno Power una buona fetta è di De Benedetti del gruppo Repubblica ed Espresso”. Un classico esempio che mostra come la libertà di stampa sia imbavagliata dal conflitto di interessi.
Giovedì 24 marzo 2011 Per alimentare la sua campagna di fango contro Striscia la Notizia, il sito del settimanale l’Espresso pubblica un articolo dal titolo “A Striscia la bufala fotovoltaica”. Un pezzo interamente falso e denigratorio.  La frode è vera, come testimoniato anche ai microfoni del Tg satirico da Valerio Natalizia, Presidente del gruppo imprese fotovoltaiche italiane.
Venerdì 25 marzo 2011 Nel corso della conferenza stampa del Tg satirico, alla domanda di una giornalista “Cosa diresti se tua figlia ti dicesse: voglio fare la velina”, Antonio Ricci spiega: “Sono anni che rispondo a questa domanda: io preferirei che le mie figlie facessero le Veline perché so in che ambiente vanno a finire, piuttosto che le giornaliste o le telegiornaliste perché, dai racconti che ho da amiche nelle redazioni, so che molte sono sottoposte continuamente a stalking e mobbing da parte di direttori vecchi, bavosi e schifosi e dai loro vice. Sono anni che nessun giornale pubblica questa mia risposta”. Come al solito questa frase non viene ripresa praticamente da nessun quotidiano, solo alcuni si limitano a riportare: “Meglio Velina che giornalista”.
Sabato 26 marzo 2011 Da una replica di Striscia al Secolo XIX, in cui si contesta il contenuto di un articolo, viene censurato il pezzo in cui si ipotizza che il giornalista sia forse ottenebrato dai continui annunci sessuali a pagamento che trova sul proprio giornale, annunci che sono già stati bacchettati dalle Veline nella loro rubrica “Svelate”. Insomma, quando si tocca qualsiasi tipo di interesse scatta automatico il bavaglio».
Bene. Ma se “Striscia la notizia” non ha mai segnalato  nulla di tutto ciò alla Fnsi, come poteva pretendere una qualsiasi presa di posizione? La verità, vista la sceneggiata di oggi, forse è ben diversa da come vorrebbe dipingerla Striscia. A proposito: Striscia si è mai occupata dei problemi veri di una categoria, quella dei giornalisti, che non è fatta solo di “libere” trasmissioni?

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