Il direttore di Raidue: “Nessuna pressione da Mauro Masi per mandare in video Ingrid Muccitelli”

Massimo Liofredi querela Leggo e Libero

Mauro Masi e Ingrid Muccitelli

ROMA – “Nessuna pressione da Mauro Masi per mandare in video Ingrid Muccitelli” così scrive il direttore di Rai 2, Massimo Liofredi, nella querela per diffamazione depositata oggi dal suo legale Emanuele Antonaci contro il quotidiano free press “Leggo” che nei giorni scorsi, aveva rappresentato la “fantasiosa ricostruzione” di un incontro tra il direttore di Rete e il direttore generale, in cui ci sarebbero state “pressioni forti” da parte di Masi per collocare nella Rete la showgirl Ingrid Muccitelli, indicata dalle cronache rosa come su attuale fidanzata.
Secondo la querela, presentata da Liofredi, l’articolo di rappresentando un dissidio con il direttore generale, diffama fortemente il direttore di Rai2 che, invece, ha avuto finora corretti rapporti di collaborazione professionale con l’Azienda.
“Mi chiedo piuttosto, chi sia stato a fornire notizie false e tendenziose a Leggo” – commenta Liofredi – “mi riservo infatti di fare anche una denuncia penale chiedendo l’apertura di un fascicolo contro ignoti affinché la Magistratura possa, volendo, accertare se esiste un sistema parallelo di informazioni ‘deviate’ tese a screditare la reputazione di chi lavora con onestà e produce risultati concreti per l’Azienda”.
Sempre questa mattina, infine, Liofredi, attraverso lo stesso legale Emanuele Antonaci, ha depositato una querela per diffamazione anche nei confronti del quotidiano milanese “Libero” e del suo direttore Maurizio Belpietro, che avevano associato il suo nome ai “furbetti degli affitti facili targati Enasarco ledendo gravemente la sua immagine professionale e violando la sua privacy con la pubblicazione di dati (metratura, canone, ecc.) di regola riservati al trattamento personale solo previa autorizzazione. Massimo Liofredi si riserva contestualmente di presentare un esposto contro i giornalisti anche presso gli Ordini Regionali di appartenenza, per ravvisare, caso per caso, se esista la possibilità di provvedimenti disciplinari contro gli stessi colpevoli di aver scritto cose false e infondate
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