L'intervento di Carlo Parisi al XXVI Congresso della Federazione Nazionale della Stampa

“Per un sindacato credibile, niente cialtronismo”

Carlo Parisi

BERGAMO – Onestamente, ho avvertito un certo imbarazzo rispetto ad alcune dichiarazioni fatte dagli editori, che, a quanto pare, sono venuti a farci lezione di formazione e di innovazione. Soprattutto, a darmi fastidio, è stata la presenza di qualche editore che, per anni, ha occupato gli alloggi dell’Inpgi. E non solo non li ha pagati, ma non ha pagato neppure i propri dipendenti.
Gli editori, certo, sono la controparte con cui bisogna dialogare, ma sono anche la controparte con cui il Sindacato, assieme all’Inpgi, deve fare fronte comune per ottenere il riconoscimento dei diritti.
Io ho sentito, da parte di molti esponenti della segreteria, e da parte degli altri rappresentanti degli istituti di categoria, una grande preoccupazione per via del calo degli iscritti: meno iscritti all’Inpgi, meno iscritti alla Casagit. Non voglio fare il primo della classe, ma mi sento in dovere di testimoniare che in Calabria dal 2002 gli iscritti aumentano: mi riferisco non solo agli iscritti al Sindacato, ma a quelli dell’Inpgi e della Casagit. Un dato tangibile: negli ultimi anni, anzi negli ultimi due anni (dati Inpgi), in Calabria siamo riusciti ad ottenere il 34% in più dei contratti Fieg-Fnsi. Perché? Perché con gli editori non si possono fare sconti.
C’è, poi, un elemento da sottolineare. Partendo dal presupposto che con il presidente dell’Ordine nazionale, Enzo Iacopino, non ho alcun punto in comune, anzi mi divide tutto, a partire dalla nostra Calabria (Iacopino è nato a Reggio Calabria ed è vissuto sempre a Roma, io sono nato a Roma e vivo a Reggio Calabria), devo, però, ammettere che sino ad ora, in questo Congresso, l’unica “cosa” di sinistra, ecco… l’ha detta, paradossalmente, proprio Iacopino, che si vanta, d’altra parte, di essere un nostalgico.
La Federazione nazionale della Stampa, lo dice lo statuto della Fnsi, è il Sindacato unitario dei giornalisti italiani. Ma credo che, ancora, molte persone non l’abbiano capito.
La giunta esecutiva è l’organo di governo della Fnsi. Anche questo, forse, tante persone non l’hanno compreso.
Personalmente apprezzo molti passaggi della relazione fatta da Franco Siddi. Ma un punto solo io rifiuto, non so se legato al discorso sullo Statuto. Mi riferisco a quando Siddi parla di “presunti calcoli da bottegai fatti da qualcuno per chiedere qualcosa”. Ebbene, penso che i bottegai siano proprio all’interno della maggioranza. Perché è all’interno della maggioranza che qualcuno pone
problemi, pregiudiziali per la maggioranza stessa. Non voglio fare nomi, mi limito a citare solo due amici, esempi che possono valere per tutti. Ritengo, infatti, che occorra guardare alle persone. Ma ritengo anche che nessuno si possa permettere di dire: “Roberto Natale non mi sta bene come delegato, alla Casagit ci dobbiamo mettere un altro”, oppure: “Marco Gardenghi
non mi sta bene in Giunta, ci dobbiamo mettere un altro”.
Bisogna, perciò, fare attenzione a chi veramente lavora in questa Federazione. E, purtroppo, in Federazione, quelle che lavorano sono soltanto quattro o cinque persone. Natale, Siddi, Gardenghi, che aprono e chiudono la Federazione, che girano l’Italia assieme a due-tre persone del Dipartimento sindacale. Ecco che, se i problemi ci sono, la maggioranza deve tenere conto che in molte realtà italiane, in molte assemblee dei giornalisti, ci sono stati moti Comitati di redazione e intere assemblee che hanno posto pregiudiziali su determinate persone.
“La Federazione deve venire ad assisterci? Allora queste persone non devono mettere piede. Vogliamo questi…”.
Ecco i problemi che la Federazione deve affrontare, se vuole essere credibile. Il Sindacato unitario deve premiare chi lavora, chi vuole lavorare, perché le barriere ideologiche non esistono
e non devono esistere. Il problema non è un problema di “centralismo democratico”. Ma di “cialtronismo democratico”, che bisogna superare in questa Federazione.

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