Un'esposizione unica in Italia, nella bella cornice di Villa Zerbi, curata dalla giornalista Lucia Federico

Auguri in mostra, in riva allo Stretto

Alcune tra le antiche stampe in esposizione

Uno scorcio della mostra fotografato da Marco Costantino

REGGIO CALABRIA – Buon Natale e felice anno nuovo! Forse l’augurio più ripetuto al mondo. Poche, piccole parole per ricordare o farci ricordare. Una tradizione a cui difficilmente rinunciamo, ma che oggi affidiamo, sempre più spesso, ai veloci sms o alle e-mail. Eppure scrivere un biglietto di auguri a parenti o amici è un’usanza che affonda le radici in un passato molto lontano. Per scoprirne l’origine e la storia basta visitare la mostra di carte augurali d’epoca “Auguri nel tempo”, ospitata, fino al 16 gennaio (orario 10/13 – 16/20, lunedì chiuso), nella prestigiosa Villa Zerbi a Reggio Calabria.
Voluta fortemente dalla delegata ai Beni Culturali e Grandi Eventi del Comune di Reggio Calabria, Monica Falcomatà, e realizzata in collaborazione con l’Associazione culturale Rhegium Urbs Antiqua, la mostra propone oltre 3000 documenti cartacei sulla tematica degli auguri, tratti dalla collezione privata della giornalista reggina Lucia Federico.
In una suggestiva ambientazione inglese, ricreata con il contributo dell’antiquaria Daniela Ziino Colanino, il visitatore sarà accompagnato in un percorso a ritroso nel tempo per ritrovare il fascino del Natale e delle feste di fine anno di epoche ormai lontane, con i loro riti e le loro  tradizioni, e rivivere, attraverso le immagini e le grafie un po’ sbiadite, quei sentimenti ed emozioni che, ancora oggi, rendono magiche queste ricorrenze.
Tematica principale della raccolta, la raffinatezza e l’eleganza dei biglietti augurali dell’epoca vittoriana inglese: biglietti con inserti di seta, velluto, nastri, frange,  merletti di carta oro o argento, intagli, cordoncini. E’, infatti, sotto la Regina Vittoria che l’usanza di inviare biglietti di auguri diventa molto popolare. La regina ama spedirli a parenti, amici e ai vicini di Windsor e Osborne, e raccoglierli diventa un hobby per tutte le famiglie. Nei salotti delle case fanno bella mostra gli album – scrapbook – in cui vengono conservati biglietti, ritagli di giornali, poesie, decorazioni di carta.
La storia racconta che il primo biglietto di Natale fu realizzato a Londra, nel 1843, quando Sir Henry Cole, scrittore, giornalista ed editore, decide di trovare un modo nuovo per inviare gli auguri ad amici e familiari, invece di usare, come era costume all’epoca,  la carta da lettera già decorata o i biglietti da visita su cui applicare dei motivi natalizi.
Sir Cole si affida al disegnatore John Calcott Horsley, membro della Royal Academy, che realizza un cartoncino colorato a mano, color seppia scuro, che ha per soggetto un trittico: tre immagini affiancate che raffigurano una famiglia intorno ad una tavola imbandita e, ai lati, le opere di carità. L’illustrazione viene accompagnata dall’augurio, ormai diventato un classico, “Buon Natale e felice anno nuovo”. Del nuovo biglietto vengono realizzate soltanto mille copie, messe in vendita al costo di un scellino ciascuna. Un prezzo molto alto per l’epoca, che fa pensare anche al tentativo di Sir Cole di creare una nuova opportunità commerciale e non soltanto un modo per risparmiare tempo nell’inviare gli auguri di Natale.
Da allora passeranno oltre venti anni perché i biglietti augurali comincino a diffondersi, prima in Inghilterra e in Europa e poi negli Stati Uniti. Questo per due importanti motivi: fino all’introduzione del processo di cromolitografia, che avviene nel 1860, la produzione dei biglietti augurali è molto costosa, così come sono alte le tariffe postali.
L’introduzione nel 1840 del francobollo, il famoso Penny Black, che rivoluziona il sistema della corrispondenza, e l’utilizzo della “busta”, contribuiranno alla diffusione dei biglietti natalizi.
Negli anni tra il 1850 e il 1860 il numero dei biglietti di Natale inviato per posta è irrilevante. E’ dal 1870 che comincia ad aumentare, anno dopo anno, fino a raggiungere, intorno al 1880, i milioni di invii, tanto da rendere necessario, per le Poste, stampare sulle buste l’avvertenza di “spedire  presto per Natale”.
La collezione esposta a Villa Zerbi è, infatti, ricchissima di biglietti stampati in Inghilterra, Germania e Stati Uniti, tra il 1860  e il 1890. La mostra è allestita seguendo un percorso temporale e tematico, sviluppato per sezioni: i primi biglietti augurali, donne e ventagli, i bambini e il gioco, il primo Novecento, le Grandi Guerre, la Natività, il Natale negli Stati Uniti.
Una sezione a parte è dedicata ai calendari: oltre duecento, in cromolitografia, di tutte le forme e dimensioni, che hanno accompagnato, silenziosi, lo scorrere degli anni. Non mancano le curiosità, come i biglietti augurali dei presidenti degli Stati Uniti e della Casa Bianca: da John Kennedy, a Johnson, Nixon, Bush, Clinton, per finire ad Obama. Ma, insieme alle varie tipologie di biglietti, si possono ammirare le carte pubblicitarie con cui i commercianti  accompagnavano la vendita dei loro prodotti in occasione delle festività, soprattutto di fine anno; i biglietti da visita, i calendarietti, i telegrammi, le letterine, i presepi di carta, le stampe e le edizioni natalizie dei più importanti  giornali inglesi e americani dell’epoca.
A fare da scenografia, insieme agli splendidi mobili inglesi, antichi giocattoli, ventagli, accessori, album, libri, piccoli oggetti d’arredamento. Così il visitatore potrà anche ascoltare i dischi originali suonati dal un grammofono del 1920, messo a disposizione dal collezionista Giuseppe Nicolò, o scoprire una curiosissima collezione di spille americane degli anni ’40, a forma di albero di Natale.
Sicuramente una mostra unica in Italia per la particolarità dei documenti esposti, capace di suscitare curiosità e stupore. Cento anni e più di auguri di carta che hanno resistito al tempo e che, nel tempo, dureranno ancora.

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