Ricevuta, oggi a Firenze, Noushabeh Amiri, premiata ieri per la libertà d’informazione

La voce dei giornalisti iraniani

Noushabeh Amiri

FIRENZE – “Temono che la tua bocca odori di libertà”. Citando questi versi di un poeta iraniano, la giornalista Noushabeh Amiri, segretaria della costituenda Associazione internazionale dei giornalisti iraniani (Aigi), ha incontrato oggi a Firenze rappresentanti della Regione (l’assessore Riccardo Nencini e la vice presidente Stella Targetti), dell’Ordine dei giornalisti (il presidente Carlo Bartoli), del sindacato nazionale Fnsi (Roberto Natale) e toscano (Paolo Ciampi).
All’incontro (che è stato il primo ufficiale a livello europeo), organizzato dal presidente dell’Information Safety and Freedom, Stefano Marcelli, c’era un altro giornalista iraniano, Ahmad Rafat, uno dei membri fondatori di Aigi.

 Noushabeh Amiri, che ieri ha ricevuto a Siena il Premio internazionale per la libertà di informazione, è fuggita a Parigi nel 2003, dove lavora come caporedattore per la rivista in lingua farsi “Rooz” (che significa fiore), insieme al marito, anch’egli giornalista. Aigi nasce nella primavera del 2010 nella capitale francese per continuare ad informare l’opinione pubblica iraniana ed internazionale.
“Abbiamo sentito l’esigenza di creare un’associazione fuori dai confini nazionali – ha detto Amiri – per dare voce anche a coloro che purtroppo sono stati costretti a restare in Iran.

 Per chi è finito in carcere ed è in attesa di giudizio e per chi ha dovuto cambiare lavoro pur di sopravvivere. Ad Aigi si può iscrivere chiunque, a prescindere dalle proprie idee politiche. Non vogliamo sostituirci alle associazioni che operavano in Iran, benché sciolte. Aigi è un esercizio di democrazia, affinché si possa creare all’estero un’associazione davvero libera e che possa essere trasferita nel nostro paese quando sarà di nuovo libero”.

 La giornalista iraniana si è poi incontrata brevemente con la vice presidente Stella Targetti, che le ha consegnato un piccolo omaggio, e con l’assessore ai diritti umani, Riccardo Nencini.

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