Giovedì 4 novembre a Roma, nella sede della Fnsi, sarà presentata la ricerca di Lsdi sulla professione

Giornalismo, un quadro a macchia di leopardo

ROMA – Un quadro a macchia di leopardo, frastagliato, pieno di diversità. Questo lo status della professione giornalistica nel nostro Paese, così come emerge da una ricerca effettuata da Lsdi, il gruppo di lavoro votato alla Libertà di Stampa, Diritto all’Informazione, frutto dell’iniziativa di alcuni amici impegnati a vario titolo nel mondo dell’informazione e, in particolare, nella Fnsi, la Federazione nazionale della stampa italiana.
“Giornalismo: il lato emerso della professione. Una ricerca sulla condizione dei giornalisti italiani visibili” è, infatti, il tema dell’analisi condotta da Lsdi, sulla base dei dati forniti dall’Inpgi (l’Istituto di previdenza dei giornalisti), dall’Ordine e dalla Fnsi.
La ricerca, che rappresenta, tra l’altro, il primo titolo della collana “Ebook di giornalismo” curata da Lsdi in collaborazione con il Festival del giornalismo di Perugia e Simplicissimus, casa editrice specializzata nell’editoria libraria elettronica, sarà presentata giovedì 4 novembre, a Roma, nella sala Walter Tobagi della Federazione nazionale della stampa (Corso Vittorio Emanuele II, 349), alle ore 11.
All’incontro, il cui scopo è, appunto, quello di sviscerare lo status di una professione e, soprattutto, di professionisti troppo spesso invisibili sul piano contrattuale, quali sono i giornalisti in Italia, parteciperanno il presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese, il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino, il segretario generale e il presidente della Fnsi, Franco Siddi e Roberto Natale, oltre a Pino Rea e a Vittorio Pasteris, che hanno curato la ricerca.
A discutere di giornalismo, come professione estremamente frammentata, caratterizzata da una vistosa spaccatura fra lavoro dipendente (che vive prevalentemente dentro le redazioni) e lavoro autonomo, saranno anche Arianna Ciccone, coordinatrice del Festival del giornalismo di Perugia, e Antonio Tombolini, della casa editrice Simplicissimus.

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