Tra accuse, smentite e querele, come al solito, sotto accusa finiscono giornali e giornalisti

Avetrana cede il passo al caso Ruby

Ruby

ROMA – “Nè spaventata né contenta, solo amareggiata per come le mie dichiarazioni sono state manipolate”. Inizia così la sua intervista a La Stampa, Ruby, la giovane marocchina al centro dello scandalo che coinvolgerebbe il premier Silvio Berlusconi. “Di vero c’è poco, anzi niente – spiega Ruby, che poi punta il dito – sono stata manipolata dai giornali e anche da Pietro Forno, il giudice. A lui quando ero in comunità, interessava solo colpire il Presidente ma con me non è arrivato a sapere nulla perché di base non c’è nulla”.

 Ruby, però, ammette di essere stata ad Arcore: “Io sono stata a casa del Premier solo una volta ma lui pensava che fossi una 24enne. Appena ha scoperto che io ero minorenne non ha più voluto rivedermi”. Quanto a Lele Mora, “gli voglio un bene dell’anima, quando ha saputo la mia età ha cercato di aiutarmi e di adottarmi… punto, questa è la vera verità dei fatti”. Ed Emilio Fede, “l’ho visto una sola volta a casa del Premier” e quella sola volta “non ho partecipato al bunga bunga”.

“Non è che chiedevano proprio di rilasciarla, più che altro si raccomandavano, visto che era minorenne, di fare quel che dovevamo fare ma di gestire la cosa nel modo più corretto possibile. Così il mio capo di gabinetto ha chiamato la centrale operativa per informarsi”.

 Lo dichiara il neo prefetto Vincenzo Indolfi, fino a tre settimane fa questore a Milano, in un colloquio riportato dalla Stampa, spiegando cosa avvenne la sera del 27 maggio scorso, con riferimento alla telefonata fatta dalla “presidenza del Consiglio” per Ruby.

 La minorenne marocchina, al centro di uno scandalo che coinvolgerebbe il premier Silvio Berlusconi, era stata fermata per una denuncia per furto aggravato di 3000 euro.
La telefonata ricevuta, spiega Indolfi, diceva “una cosa tipo: è vero che avete fermato questa persona? Allora fate gli accertamenti e poi vedete cosa fare…”. “Se non sbaglio – aggiunge – dicevano che era una parente di Mubarak.

 Si, mi sembra la nipote”.

“Qui di telefonate ne arrivano a decine – afferma l’ex-questore – ministri, parlamentari, personaggi pubblici.

 Ognuno ha un suo problema, di scorte, di ordine pubblico. Se anche arriva una telefonata della presidenza del Consiglio, non è che uno si deve scandalizzare”.
Indolfi rivendica, infine, di non aver rilasciato “subito” la ragazza, ma di aver “rispettato tutti i crismi delle regole e della procedura, anzi è rimasta anche più del dovuto… Poi – conclude – abbiamo telefonato al pm della Procura minorile ed è stato lui a darci il benestare per affidarla alla consigliera regionale”, Nicole Minetti.
“Si certo, altroché”. Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, lasciando l’albergo di Bruxelles per partecipare ai lavori della seconda giornata del Consiglio europeo risponde ai giornalisti che gli chiedono se sul caso Ruby, la minorenne di origini marocchine che avrebbe partecipato a feste nella villa di Arcore, si senta assolutamente tranquillo.
“L’articolo – dichiara Niccolò Ghidini – pubblicato oggi sull’Unità a firma Fusani – Vespo, è palesemente diffamatorio nella parte in cui espressamente prospetta che nel corso delle indagini difensive avrei incontrato decine di persone per concordare la versione e per «istruirle su cosa dire». L’assunto è palesemente falso. Tutte le indagini difensive sono state svolte con assoluto rigore formale e sostanziale alla presenza di altri colleghi e a personale di segreteria. Agirò ovviamente nelle opportune sedi giudiziarie”.
Secondo il portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando, “Berlusconi, invece di riferire immediatamente in Parlamento e dimettersi, querela tutto e tutti. Esprimiamo la nostra solidarietà ai giornalisti del l’Unità querelati dall’avvocato e onorevole, Niccolò Ghedini, solo perchè svolgono correttamente il loro mestiere. Non permetteremo ai pretoriani del premier di intimidire la libera stampa e quella non allineata al regime”. “Il Bunga Bunga seppellirà Berlusconi – attacca Orlando – perché siamo certi che lui non avrà mai la decenza di abbandonare la sua poltrona. L’Italia ormai, a livello internazionale, ha perso completamente credibilità ed è diventata una barzelletta grazie al suo presidente del Consiglio che non conosce vergogna cosi come i suoi lacché”.
“E’ evidente  – afferma il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto – che fin da quando il centro-destra ha vinto le elezioni, alcuni ambienti finanziari-editoriali-giornalistici, giudiziari e politici non hanno accettato quei risultati e lavorano in tutti i modi per smontarli. Per raggiungere questo obiettivo si ricorre a tutti i mezzi, compresi quelli riguardanti il cosiddetto gossip. Repubblica ha condotto queste campagne qualche mese fa e adesso riparte, ovviamente cavalcando l’ennesima violazione del segreto istruttorio. Ovviamente, secondo la sinistra, nel caso di Repubblica ci troveremmo di fronte a un grande giornalismo di inchiesta, non a giornalismo spazzatura. Vediamo che Bersani adesso cavalca anche questo tipo di scontro e ciò dà il segno dell’involuzione in atto nel Partito Democratico: Forse Bersani utilizza il giornalismo-spazzatura per dimenticare che Nichi Vendola lo sta soverchiando nella leadership della sinistra”.
Per il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, “ormai le cose sono sempre più chiare. E’ in azione un network politico ed editoriale, che confida e spera in sponde giudiziarie e di altro tipo, che si è dato l’obiettivo di una vera e propria caccia all’uomo contro Silvio Berlusconi e chi gli sta vicino. Gossip, pseudorivelazioni private, insinuazioni: tutto converge in questo unico obiettivo”. “Le vittorie elettorali di Berlusconi – afferma Capezzone sono state così nette da apparire difficilmente rovesciabili con «ordinari mezzi politici». E allora è scattato un assalto di altro tipo – continua – C’è chi vuole un clima mefitico e una politica più debole, di tutta evidenza. C’è da sperare che qualcuno sbagli i suoi conti: e non solo perché tantissimi italiani hanno fiducia in Berlusconi, ma anche perché hanno fiducia nella democrazia, nella possibilità di essere loro a scegliere i governi, senza che qualche manovratore privo di consenso e di legittimazione pensi di sovvertire i responsi delle urne”.
“Noi non siamo ripicchine e bunga bunga. Meritiamo di più”. 

Replica il sindaco di Firenze, Matteo Renzi (Pd), nella sua pagina Facebook, a proposito del caso Ruby.

 Matteo Renzi, si legge, “crede con forza che l’Italia sia un Paese migliore di quello che emerge dai media in queste ore”.
“Invitiamo tutti gli italiani in difficoltà, che con questo governo sono sempre di più, a chiamare Palazzo Chigi: il buon cuore di Berlusconi, vista la risposta data dal premier sul «caso Ruby», siamo sicuri, si attiverà immediatamente per risolvere i loro problemi”. E’ quanto afferma sarcasticamente Alessandro Pignatiello, coordinatore della segreteria nazionale del PdCI-FdS, che continua: “L’Italia ha bisogno di una guida politica seria, credibile e autorevole. E’ ora che il premier si ritiri a vita privata e che questo governo vada a casa. Chi nella maggioranza continua ancora a giustificare o tollerare questo nauseante e decadente spettacolo è in malafede, fa male all’Italia e agli italiani”.
A giudizio del ministro per l’Attuazione del Programma di governo, Gianfranco Rotondi, “I giornali sono liberi di pubblicare le sciocchezze. Il fallimento è di quei partiti di opposizione che, non avendo niente da dire sui risultati del governo, aspettano davanti all’edicola che i giornali gli diano qualche argomento”.
“La vicenda è squallida in sè e non intendo commentarla perché non può diventare un fatto politico di primo piano. Per quanto riguarda invece una questione di sicurezza intorno al premier, ricordo che io l’avevo sollevata quando era emersa la vicenda delle fotografie a Villa Certosa. Qualora, in merito a quest’ultimo episodio, dovessero emergere elementi, si farà al Copasir una discussione che avrà una rilevanza seria“. Così ai microfoni di CNRmedia il deputato finiano Carmelo Briguglio, membro del Copasir .

“A prescindere da questa storia, non c’è dubbio che nel Pdl c’è una condizione di disagio diffusissima ed è chiaro che Futuro e Libertà e la proposta politica di Fini è diventata una calamita su quel mondo. E lo vedremo con chiarezza già nei prossimi giorni”, conclude Briguglio.
Un anno fa “ho detto troppo poco” sulla vicenda delle serate a Palazzo Grazioli, oggi “ho paura per questa ragazza, Ruby, ora le accadrà di tutto”.

 Lo dichiara Patrizia D’Addario al Fatto Quotidiano. “Adesso rischia di finire nel tritacarne, «loro» si metteranno in moto per spezzarle le ossa, per screditarla sui giornali e per non darle tregua”, prosegue.

 “Non so chi sono, ma so che non mi hanno dato tregua, che mi controllano, che sanno tutto quello che faccio. A lei – se diventerà un pericolo – accadrà lo stesso che sta accadendo a me”. Il pericolo, spiega, “è la verità”. C’è, intorno a Berlusconi e ai suoi riti, una verità che non si può dire”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *