Unanime decisione della Commissione Cultura della Camera - La Fnsi: non ci sono più alibi

Ripristinati i 70 milioni sottratti all’editoria

ROMA – La decisione, presa all’unanimità, alla Commissione Cultura della Camera, di ripristinare i 70 milioni sottratti al sistema dell’editoria del nostro Paese è una iniziativa importantissima. Ora non ci sono più alibi, il Governo deve intervenire immediatamente per evitare che, con scelte sciagurate, il pluralismo dell’informazione subisca un durissimo colpo di maglio con la perdita di centinaia di testate e migliaia di posti di lavoro così come, da tempo, la Fnsi ha denunciato con iniziative pubbliche e conferenze stampa. Pur nel rispetto delle economie di bilancio l’esecutivo deve finalmente battere un colpo.
Dal Canada, intanto, la vicepresidente della Camera e Presidente del Pd, Rosi Bindi, prende posizione contro i tagli all’editoria che mettono in ginocchio centinaia di testate e mettono in forse migliaia di posti di lavoro tra giornalisti e lavoratori dell’informazione.
«Presenteremo – afferma Rosi Bindi – emendamenti alla Finanziaria per i fondi all’editoria e con i colleghi del mio partito ci impegneremo per arrivare ad una decisione bipartisan che annuli certe politiche che rasentano il masochismo. L’Italia non può permettersi di tagliare i ponti con gli italiani all’estero o di abbassare l’italianità nel mondo, già ce l’abbiamo abbastanza bassa. Deve investire nella promozione della lingua e della cultura e non può pensare di chiudere i quotidiani all’estero come il Corriere Canadese che da oltre mezzo secolo offre un servizio alla comunità in Canada che conta più di un milione e mezzo di concittadini».
Rosy Bindi, in visita a Toronto e a Ottawa, ha incontrato la comunità italiana e visitato la redazione del Corriere Canadese, l’unico quotidiano italiano distribuito in Canada, che rischia di dover adottare misure drastiche se il governo non si pronuncerà su una legge di riforma dell’editoria. Si è, infatti, in attesa del ripristino del 50% dei contributi ai quotidiani italiani all’estero tagliati lo scorso febbraio con il decreto “milleproroghe”. Oltre al Corriere Canadese «rischiano di rimanere schiacciati come vasi di coccio», come ha affermato il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, anche gli altri quotidiani nel mondo come America Oggi negli Stati Uniti, Il Globo e La Fiamma in Australia, Gente d’Italia in Uruguay, la Voce d’Italia in Venezuela, perché i tagli decisi possono essere retroattivi e includere anche lo stanziamento del 2009 che molte aziende editoriali hanno già speso.
«Con i colleghi della commissione cultura e con il sostegno della Fnsi – ha detto il presidente del Pd  – vedremo come agire per far sì che la madrepatria sia meno matrigna».
Vincenzo Vita, senatore Pd, vicepresidente della commissione Cultura, dal canto suo, ritiene che “non c’e’ purtroppo la consapevolezza del dramma in cui versa l’editoria italiana: cento testate sono a rischio e quaranta possono chiudere entro la fine dell’anno. L’emendamento approvato dalla commissione Cultura della Camera è un passetto avanti, ma serve ben di più per rimpinguare il fondo specificatamente dedicato. E’ bene, tra l’altro, capire – aggiunge – l’intenzione di governo e maggioranza prima che il testo passato in commissione Cultura venga poi respinto nelle altre sedi. Ci attendiamo di conoscere qual è il testo definitivo del regolamento annunciato dal sottosegretario Paolo Bonaiuti. E’ stato sottolineato che ormai è all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri e ci auguriamo tenga conto delle obiezioni emerse nelle competenti commissioni parlamentari. Non si parla più del ripristino del diritto soggettivo delle testate ad avere il finanziamento pubblico, abolito con un taglio chirurgico da Tremonti nel 2008. Insomma, una componente essenziale del pluralismo dell informazione corre un pericolo inedito: la più grande e feroce normalizzazione dal dopoguerra ad oggi”.

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