I giornalisti replicano alle accuse di diffondere “nefandezze e falsità”

“Caro Scajola, non siamo servi sciocchi”

Claudio Scajola

IMPERIA – “Il vero «virus» che ammorba l’imperiese, come molte altre realtà, è l’insofferenza verso la notizia dimostrata in diverse occasioni. Non abbiamo fatto sconti al procuratore reggente che ha cercato di impedire il lavoro ai giornalisti, non ne facciamo ai politici, deludendo l’ex ministro e tutti quelli che pensano che i giornalisti siano servi, più o meno sciocchi, dei potentati di turno”. Associazione Ligure dei Giornalisti, Ordine dei giornalisti della Liguria e Gruppo Cronisti Liguri replicano, così, alle critiche dell’on. Claudio Scajola durante la manifestazione popolare di solidarietà nei confronti dell’ex ministro per lo Sviluppo Economico indagato nell’inchiesta sul porto turistico di Imperia.
I giornalisti avevano già protestato per il divieto di accesso agli uffici della Procura disposto dal Procuratore della Repubblica di Imperia dopo le fughe di notizie sull’inchiesta nella quale, assieme a Scajola, è indagato il costruttore romano Francesco Bellavista Caltagirone.

“Manteniamo la nostra serenità e il nostro rispetto per le istituzioni e la magistratura”. Scajola, nel corso di un lungo intervento, a Imperia, aveva infatti così commentato le notizie riguardanti l’inchiesta della magistratura di Imperia sul nuovo porto turistico che lo vede indagato con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al falso e all’istigazione. L’altra mattina, di fronte al nuovo porto di Imperia, un gruppo di circa 400 sostenitori: tra politici, personaggi della società civile e amministratori di tutta la Liguria, ha voluto esprimergli solidarietà.

“In questi mesi difficili – ha affermato Scajola – ho ricevuto molte lettere di gente che non mi ha votato, ma che mi ha riconosciuto il fatto di avere sempre lavorato per lo sviluppo: non solo di Imperia ma di tutta la Liguria. C’è, poi, gente che ha basato le proprie affermazioni sul verosimile e sul verosimile si costruiscono le brutte inchieste”. Scajola ha, quindi, puntato il dito contro i media: “non mi sono ancora abituato alle nefandezze ed alle falsità. Da parte di coloro che scrivono e utilizzano i media per distruggere le persone, senza sapere, senza approfondire e senza mai pagare. Va bene aprire un’inchiesta e mandare un avviso di garanzia a tutela dell’indagato, ma vorrei sapere dai giornalisti qui presenti, se gli articoli che ho ancora letto oggi sono davvero a tutela dell’onorabilità dell’indagato, nel momento in cui mi si accusa di essere promotore di una cupola di costruttori che facevano affari”.

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