Seconda busta in sette giorni al giovane cronista della Locride, Ferdinando Piccolo

Minacce e proiettili: una storia infinita

Ferdinando Piccolo

BOVALINO (Reggio Calabria) – Un’altra busta con proiettili e minacce di morte. Un’altra volta all’indirizzo di Ferdinando Piccolo, 23 anni, giornalista pubblicista, collaboratore de Il Quotidiano della Calabria dalla Locride. Piccolo, studente all’Università di Messina, nei fine week-end rientra a casa, a Bovalino. Per la seconda settimana consecutiva il suo rientro coincide con l’inquietante scoperta.
A denunciare l’episodio è lo stesso Ferdinando Piccolo, con un comunicato stampa nel quale racconta che, verso la mezzanotte di ieri, gli è stata recapitata una busta contenente due bossoli di pistola calibro 9, 8 mm, Fiocchi, ed il seguente messaggio di morte: “E’ passata una settimana. Ferdinando Piccolo sappiamo dove abiti…che macchina hai, dove dormi, e sappiamo anche cosa fa tua sorella, a che ora va a lavorare tuo padre….non hai capito che stai giocando con il fuoco. Vorrà dire che alzeremo il tiro…non avvertiamo più…stai attento a non uscire da solo…Giornalista infame che non sei altro…sei un morto che cammina. Devi smettere di scrivere da San Luca. Sei di Bovalino, scrivi da Bovalino”.
Una settimana fa le pallottole erano state cinque, accompagnate dal biglietto, scritto al computer: “Stai attento a quello che scrivi…O sarai un morto che cammina… con la ‘ndrangheta non si scherza”. Nell’occasione, la busta era stata rinvenuta sotto la porta del salone di barbiere che il padre gestisce a Bovalino cui, nei fine settimana, Ferdinando fa da aiutante.
“Il messaggio è chiaro, non si deve scrivere da San Luca – afferma Ferdinando Piccolo – continuerò a fare il mio lavoro, come ho sempre fatto. Non saranno un paio di bossoli di pistola e una lettera di minacce a fermarmi”.
Il segretario del Sindacato dei Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, componente della Giunta Esecutiva della Federazione Nazionale della Stampa, nel confermare la piena solidarietà a Ferdinando Piccolo, rinnova l’invito alle forze dell’ordine a fare piena luce sulla sequela di minacce anonime che, ormai, sono diventate una triste abitudine.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *