Siddi e Natale smentiscono le voci e bocciano ogni richiesta di deroga

9 luglio, lo sciopero è confermato

ROMA – “Non c’è nessuna novità che possa indurre ad oggi ad una sospensione dello sciopero o meglio della Giornata del silenzio del 9 luglio”. Il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa, Franco Siddi, smentisce così le voci relative ad una sospensione dello sciopero, evidenziando che “la battaglia sul disegno di legge sulle intercettazioni è molto aspra”. Siddi ritiene, comunque, che “se il premier introduce novità sostanziali nel ddl Alfano, oppure se coloro che, in queste ore, ventilano proposte alternative, dovessero organizzare ciò che finora non si è riuscito a fare, ovvero una forte iniziativa che evidenzi i pericoli e i problemi del decreto legge, potremmo tenerne conto. Ad oggi, però, non ci sono novità. Senza dimenticare che lo sciopero non è un atto spontaneo della Giunta Esecutiva ma un’iniziativa di lotta che tiene conto anche del parere espresso dai comitati di redazione”.

Dal canto suo, il presidente della Fnsi, Roberto Natale, ricorda che “se il decreto Alfano passerà faremo ricorso alla Corte europea”. Natale motiva la giornata del silenzio “per dimostrare e denunciare la gravità della situazione che si determina con il decreto legge. Un silenzio che diventerà assoluto su molte innumerevoli notizie quando e se sarà approvato”.

Ripercorrendo le tappe che, il 4 giugno scorso, hanno portato all’approvazione del Ddl Alfano, Roberto Natale ricorda che “furono in molti a proporre lo sciopero immediato che, invece, non fu preso in
considerazione perché non tutti avrebbero potuto aderirvi, a cominciare dalla Rai, cui la legge impone il preavviso. Oggi, invece, c’è maggiore convergenza sulla decisione presa, sebbene alcuni giornali saranno comunque in edicola. L’unità di questo sciopero è evidenziata anche dal fatto che anche le agenzie di stampa sciopereranno lo stesso giorno in cui i giornali non saranno in edicola e che, per la prima volta, aderiranno alla protesta anche i siti internet e numerosi blog”.


Natale ammette che “la battaglia sulla legge bavaglio è molto aspra ma dobbiamo essere fiduciosi perché dopo l’Italia c’è l’Europa. Se questo pessimo testo verrà, infatti, approvato faremo ricorso alla Corte Europea. A tal proposito, il professor Roberto Mastroianni sta già lavorando”. Ricordando, inoltre, che “oggi è cresciuto e cambiato il rapporto fra i giornalisti e opinione pubblica”, il presidente della Fnsi avverte “simpatia attorno al sindacato dei giornalisti perché, in queste ultime settimane, ha parlato dei problemi che ci sarebbero con la legge sulle intercettazioni. Il sindacato, soprattutto, ha parlato “senza guardare alla nostra categoria e alle eventuali conseguenze che ci sarebbero solo per i giornalisti, ma parlando dei problemi e delle conseguenze che riguarderebbero tutti i cittadini”.

Infine, in riferimento ad alcuni articoli che hanno messo in dubbio la protesta di venerdì prossimo, il presidente della Fnsi replica a Marco Travaglio affermando che “questo sciopero è un
riflesso condizionato del nostro sindacato, tanto è vero che l’ultima astensione dal lavoro avvenne tre anni fa (30 giugno 2007), quando presidente del Consiglio era Romano Prodi e ministro della Giustizia, Clemente Mastella. Non è vero – evidenzia Natale – che facciamo solo scioperi. Tutt’altro. In questa occasione, prima di decidere abbiamo organizzato assemblee e manifestazioni e lanciato appelli di ogni tipo facendo crescere, attorno alla nostra categoria, la simpatia dell’opinione pubblica e dimostrando di non essere corporativi”.

Natale ha, quindi, bocciato la proposta di Travaglio relativa alla distribuzione gratuita dei giornali il 9 luglio: “i grandi gruppi editoriali non accuserebbero conseguenze economiche, i piccoli, invece, registrerebbero l’esatto contrario”.

Nessuna deroga, naturalmente, al “Fatto Quotidiano” che ne ha esplicitamente fatto richiesta. Le regole valgono per tutti e fare eccezioni costituirebbe un privilegio per chi avrebbe, così, la possibilità di farsi pubblicità approfittando della piazza libera.

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