E' il commento di Carlo Parisi dopo le minacce di morte al collega Pietro Comito

“Non sarà il crimine ad imbavagliare la stampa”

Pietro Comito

REGGIO CALABRIA – Ancora un giornalista minacciato. Questa volta con una telefonata. E il “solito”, agghiacciante, avvertimento.  Al centro dell’episodio di intimidazione, l’ennesimo in Calabria – ma non solo – negli ultimi mesi, il giornalista Pietro Comito, capo servizio della redazione vibonese di Calabria Ora, attorno al quale si sono subito stretti, in un sentimento di piena solidarietà, i colleghi della testata e il Sindacato dei Giornalisti della Calabria.

“E’ inaccettabile – afferma Carlo Parisi, segretario del Sindacato regionale e componente della Giunta Esecutiva della Fnsi – dover continuare ad assistere ad azioni vigliacche e criminose ai danni di chi ha soltanto una “colpa”, quella di saper fare il proprio mestiere. Il giornalista. Per di più, in una terra innegabilmente difficile”.

In tempi in cui si lotta per difendere la libertà di stampa “non possiamo mollare la presa – incalza Parisi – anche di fronte a minacce ben più pesanti di quella legislativa. Se è intollerabile che una legge dello Stato, uno Stato civile, libero e democratico, possa imporre il bavaglio all’informazione, figuriamoci se si possa accettare che, a farlo, sia la criminalità”.

Stando ad una prima ricostruzione dei fatti, al cronista di Calabria Ora, il quotidiano diretto da Paolo Pollichieni, sarebbe arrivata una telefonata anonima, con una chiara minaccia di morte. E non è certo un caso che il destinatario dell’intimidazione, Pietro Comito, stia scrivendo, da tempo, di fatti (e misfatti) di una delle famiglie più potenti del Vibonese. Laddove per potenza si deve intendere, purtroppo, quella del crimine organizzato.

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