La Federazione Europea dei Giornalisti (Efj) sostiene la mobilitazione di massa organizzata dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, per opporsi ad una legge italiana sulle intercettazioni, ovvero un probabile strumento che ostacolerà il legittimo svolgimento del lavoro giornalistico.La Legge proposta dal Ministro di Giustizia, Angelino Alfano, e altrimenti nota come “legge bavaglio”, è stata approvata il 10 giugno dal Senato, e ricopre gli ordini di intercettazione mandati da un giudice. La legge deve ancora essere discussa alla Camera.
L’Efj e la Fnsi avvisano che questa bozza di legge è un tentativo di censura dei giornalisti, volta a prevenire una corretta informazione del cittadino sui fatti pubblici. Il segretario Fnsi, Franco Siddi, ha infatti dichiarato con apprensione che “questa legge toglie ai cittadini un loro diritto inalienabile, il diritto di sapere”.
La Fnsi, insieme ad altri sindacati e a organizzazioni della più ampia società civile, ha organizzato per oggi, dalle 17 alle 21 a Roma, una grande manifestazione in piazza Navona e un “black out”, un giorno di silenzio per giornali e televisioni il 9 luglio prossimo.
“Questa non è una lotta che riguarda solamente i giornalisti italiani e i sostenitori delle libertà civili, ma è una lotta Europea per la libertà di stampa e il diritto dei cittadini a conoscere”, ha dichiarato Arne König, presidente Efj. “I giornalisti non devono nascondere informazioni, sia la fonte nota o meno, e devono proteggere sempre le loro fonti. Non stanno chiedendo il permesso di poter esprimere il “diritto al gossip”, ma per poter liberamente informare nel pubblico interesse”. Ha, inoltre, aggiunto che la bozza di legge presentata dal governo Berlusconi va contro le convenzioni internazionali ed è una caso-legge per la Corte Europea dei Diritti Umani. Ha, infatti, ribadito che “la Fnsi e la Efj/Ifj sono pronte a portare avanti la discussione alla Corte Europea dei Diritti Umani.”
Oggi una delegazione Efj dovrà discutere della proposta di legge con il Commissario UE Reding, responsabile della Giustizia e Diritti Fondamentali. Il Commissario Reding ha detto che la Commissione Europea avrebbe analizzato la legge una volta che questa sarà approvata, almeno per quanto concerne il rispetto delle libertà di stampa e di informazione, ovvero dei valori fondanti dell’Unione Europea.
La proposta di legge prevede una multa fino a 464,700 Euro per gli editori e fino a 10,000 Euro per i giornalisti che non rispetteranno i divieti. Inoltre, la legge prevede sentenze detentive per chiunque registri o riprenda senza il consenso del soggetto delle riprese o registrazioni.
Solamente i “giornalisti professionisti” (ovvero quei giornalisti che sono regolarmente iscritti all’Ordine dei giornalisti) avranno la possibilità di riprendere o registrare singoli senza previa autorizzazione, ed esclusivamente per ragioni giornalistiche.
Sarà necessaria un’autorizzazione speciale per poter intercettare il telefono di parlamentari e preti. I giornalisti non potranno pubblicare le trascirizioni e nemmeno dei riassunti delle intercettazioni, e non potranno trattare affatto dell’argomento fino alla conclusione delle indagini preliminari.
Mentre i giornalisti vogliono rispettare il diritto alla privacy, l’Efj e la Fnsi chiedono un più equo confronto tra privacy e diritto all’informazione, come sancito dalla Convenzione Europea sui Diritti Umani.
L’Efj crede che questa legge rafforzi il trend europeo di attacchi alle libertà civili, che possono solamente essere confrontate da una forte mobilitazione delle organizzazioni professionali e della società civile.