Riceviamo e pubblichiamo un singolare messaggio del presidente dell'Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino

E ci lamentiamo di non essere più credibili…

Enzo Iacopino

Divertente la storia del pupillo di Iacopino. Peccato che quando ha preso quei voti aveva formalmente annunciato che non era più candidato. Ma dire la verità è faticoso tanto quanto raccontare il proprio percorso professionale. Partipilo è un fior di professionista con un lungo elenco di ruoli non sindacali da offrire ad ogni valutazione. Buon divertimento. Aspetto la prossima puntata.

Enzo Iacopino

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Caro Enzo, sei troppo intelligente per fare delle simili osservazioni. La tua lunga carriera di giornalista parlamentare, con le relative frequentazioni di politici e segreterie di partito (qualcuno, addirittura, qualche anno fa ti dava per scontato portavoce di un importante partito di destra), ti avrà insegnato a decodificare il politichese, ma non ti autorizza ad esprimerti in tale gergo.

Và da sé che, se distribuisci il pizzino colorato con i nomi della tua squadra, poi, visto l’esito del voto della prima votazione (Ghirra 62 Partipilo 50), sei costretto a minacciare: “o passano il segretario Michele Partipilo ed il tesoriere Ugo Armati o mi dimetto”; se, successivamente, visto che non sarebbe passato, ti accordi per cedere il posto del tuo delfino all’opposizione, poco importa se Partipilo annunci o meno il ritiro della sua candidatura, comunque sostenuta da 18 consiglieri cui, evidentemente, non è andato giù il tuo accordo. Casomai, dovresti essere tu a spiegare al buon Partipilo come ha fatto a prendere appena 50 voti con una coalizione che, alla prima votazione, ha dato a te 79 voti ed a Guida 61. Ed ancora, come è stata possibile l’elezione a vice presidente di un tuo uomo (Paissan) al posto di quello che la coalizione che ti ha sostenuto ti aveva indicato (Guida) ?

Dire la verità è faticoso? La risposta è racchiusa nel fatto che, su ben undici articoli pubblicati da “Giornalisti Calabria” nei due giorni di Consiglio nazionale, ti appigli ad un dettaglio che emerge chiaramente dalle cronache pubblicate. Anzi, questo è il secondo appiglio cui ti aggrappi. Il primo è l’avermi rimproverato di averti chiamato “pensionato”, quasi fosse un’offesa di cui vergognarsi. Fuori luogo, scusami, cercare di attribuirmi giudizi, mai espressi, su Partipilo. Un fior di giornalista, come giustamente dici, che lavora con la qualifica di redattore capo centrale alla Gazzetta del Mezzogiorno. Infelice, invece, la tua sottolineatura circa il lungo elenco di ruoli “non sindacali”.

Nella vita c’è chi sceglie di fare il giornalista, lavorando per tanti anni nella redazione di un quotidiano con le funzioni di capo redattore e, quando il giornale chiude, continua a svolgere la libera professione tra mille difficoltà, senza chiedere al politico di turno, o agli amici degli amici, prebende o favori. Anzi, impegnandosi nel sindacato per far conoscere ai colleghi i propri diritti e per difenderli da editori senza scrupoli e politici arroganti e ignoranti che trattano i giornalisti come pezze da piedi.

C’è chi, invece, dopo la carriera di giornalista, fa il pensionato d’oro ed arrotonda abbondantemente con i gettoni di presenza dell’Ordine dei Giornalisti. Anzi, in numerosi casi, fare il consigliere nazionale dell’Ordine frutta più di uno stipendio. Questo perché tutte le riunioni, addirittura ne capitano anche due al giorno, sono generosamente compensate con un gettone di 150 euro al giorno. Per non contare i viaggi “di studio” all’estero.

Dov’é la differenza ? Al sindacato non esistono gettoni di presenza.

Infine, una domanda: parliamo tanto di etica e deontologia, lamentandoci che la gente non crede più ai giornali ed ai giornalisti. Hai minacciato: “Se non passano Partipilo segretario ed Armati tesoriere mi dimetto”. Sono stati trombati entrambi. Sei ancora al tuo posto e, nonostante l’Esecutivo non si sia ancora insediato, ti sei già affrettato a firmare lettere ufficiali con la qualifica di presidente. Prova a spiegare queste cose ai tuoi sostenitori che, dopo la tua elezione, hanno visto colare a picco la “squadra” da te presentata. E magari prova anche a spiegarlo alla tua “Toc toc tribù”, ovvero a tutti quei ragazzi che sognano ancora un giornalismo di verità, giustizia e, soprattutto, onestà.

Carlo Parisi

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