Il Garante della privacy ricorda che il diritto alla riservatezza del minore è primario rispetto al diritto di cronaca

Abusi sessuali: non rendere identificabile la vittima

ROMA (Garante privacy) – Nel dare notizia di vicende riguardanti abusi sessuali occorre evitare di rendere identificabile la vittima, ad esempio indicando i rapporti di parentela tra i protagonisti della vicenda. Tanto più se si tratta di un minore.Il Garante per la privacy è intervenuto nei confronti di alcune testate giornalistiche per bloccare l’ulteriore pubblicazione di informazioni riguardanti un presunto caso di abuso sessuale in ambito familiare.

Nel riportare la notizia, le testate interessate hanno infatti individuato precisi rapporti di parentela tra il supposto autore dell’abuso e la vittima, rendendo così quest’ultima identificabile.

Il Garante ricorda che, pur nel legittimo diritto di cronaca riguardo a fatti di interesse pubblico, è doveroso che i media si comportino con responsabilità evitando di pubblicare informazioni che ledano la riservatezza e danneggino ulteriormente le vittime di abuso. E questo tanto più se si tratta, come nella vicenda in questione, di una persona minore.

Il diritto alla riservatezza del minore, specialmente quando riguardi una vittima dell’abuso, infatti – sottolinea l’Autorità – è sempre primario rispetto al diritto di cronaca, e questo vale anche nel caso in cui l’identità sia rivelata da fonti ufficiali o perfino da fonti vicine alla famiglia.

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