Presentate le “squadre” di Balzoni e Iacopino. Sieni corre da solo. Del Boca si defila

Ordine, una poltrona per tre…o quattro

ROMA – Presentate ufficialmente le “squadre” dei candidati alla presidenza nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. Due al completo, quelle di Giorgio Balzoni ed Enzo Iacopino, ed una singola, quella di Stefano Sieni. Alla riunione di Balzoni, 83 i consiglieri nazionali presenti; a quella di Iacopino una sessantina. In entrambe, comunque, molti “osservatori” ed un gruppo di “staffettisti” che sono riusciti a far registrare la loro presenza in tutte e due le riunioni svoltesi contemporaneamente.In via della Torretta, sede dell’Ordine del Lazio, il candidato presidente Giorgio Balzoni ha presentato Marco Roncalli (vice presidente), Giancarlo Ghirra (segretario), Nicola Marini (tesoriere) e Luigi Cobisi, Saverio Paffumi, Fiorenza Sarzanini, Paolo Tomassone ed Alberto Vitucci (componenti dell’Esecutivo).

In via Parigi, sede nazionale dell’Ordine, con un defilato Lorenzo Del Boca, il segretario Enzo Iacopino ha presentato la sua candidatura a presidente, assieme a quelle di Gennaro Guida (vice presidente), Michele Partipilo (segretario), Ugo Armati (tesoriere), Pino Anzalone, Fabio Benati, Ezio Berard, Fabrizio Morviducci ed Enrico Paissan (componenti dell’Esecutivo).

Il terzo candidato alla presidenza, l’indipendente Stefano Sieni, ha preferito il tavolino di un caffè, nel quale ha ricevuto tanti amici ed altrettante telefonate di incoraggiamento per una candidatura “fuori dagli schemi e dalle logiche di schieramento”. L’appuntamento è per le ore 9,30 di oggi, presso il centro congressi “Roma eventi – Fontana di Trevi”.

Nessuno dei tre candidati dovrebbe, comunque, raggiungere la fatidica soglia dei 90 voti, necessari per essere eletto alla prima votazione, nella quale è richiesta la maggioranza dei tre  quinti. La stessa votazione servirà, però, a capire chi potrà farcela al secondo turno (76 voti) o al ballottaggio (maggioranza semplice tra i primi due più votati del secondo turno). Ma, soprattutto, servirà a capire chi potrà dire addio ai propri sogni di gloria.

A quel punto tutto potrebbe essere rimesso in discussione. Un gruppo potrebbe riversare i propri voti su un altro, un candidato nell’ombra potrebbe rivedere la luce e, soprattutto, il tiro incrociato dei franchi tiratori, come sempre, potrebbe mettere in piedi un Esecutivo più o meno gradito al presidente eletto.

I commenti sono chiusi.