Il sindacato dei giornalisti richiama l’attenzione dei vescovi su “Telechiara”, “La Difesa del Popolo“ e “Gente Veneta

Nulla è stato fatto per l’editoria cattolica veneta

Daniele Carlon

VENEZIA – Gli stati di crisi dell’emittente televisiva “Telechiara” e dei settimanali “La Difesa del Popolo“ e “Gente Veneta” sono stati al centro del messaggio indirizzato dal segretario del Sindacato Giornalisti del Veneto, Daniele Carlon, ai vescovi  di Venezia e Padova, in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.
Al vescovo di Padova, mons. Antonio Mattiazzo, e al patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, il segretario del sindacato dei giornalisti veneti ha lanciato un appello per una riflessione sulla grave crisi del settore che si abbatte anche sui colleghi che lavorano negli organismi che dipendono dalle due diocesi.
Carlon ha ricordato il contratto di solidarietà firmato al periodico “Gente Veneta”, lo stato di crisi dichiarato a “La Difesa del Popolo” e soprattutto il pesante ridimensionamento deciso per i dipendenti di Telechiara che porterà al licenziamento di nove dipendenti (tra cui quattro giornalisti). Con i dipendenti di Telechiara che saranno licenziati, sei mesi fa, i vescovi della Conferenza episcopale triveneta si erano impegnati moralmente a cercare un ricollocamento. “Purtroppo, ad oggi – denuncia Carlon – devo registrare che per questi colleghi l’unica prospettiva è quella della disoccupazione”.
Il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Clodovaldo Ruffato, incontrando gli otto giornalisti e operatori di Telechiara “esodati” a seguito della cessione di quote a TvA Vicenza avviata dalla Conferenza Episcopale Triveneta, ha detto che “di fronte alla sfida imposta dal passaggio al digitale terrestre e alle ricorrenti crisi delle imprese televisive del Veneto urge, da parte della Regione, un progetto strategico di medio-lungo termine per sostenere l’identità, la pluralità e la professionalità delle emittenti televisive regionali, a salvaguardia dei diritti dei cittadini, della democrazia e della completezza dell’informazione”.
Nel corso dell’incontro, presenti anche i consiglieri regionali padovani Stefano Peraro (Udc), Antonino Pipitone (Idv) e Arianna Lazzarini (Lega) e il vicepresidente del Corecom veneto, Silvio Scanagatta, i dipendenti di Telechiara hanno manifestato preoccupazione e allarme non solo per il futuro degli otto “esodati”, attualmente garantiti unicamente da 180 giorni di cassa integrazione in deroga, ma per il futuro della tv padovana e le prospettive dell’intero panorama dell’emittenza locale, segnato da ricorrenti situazioni di crisi, con pesanti riflessi occupazionali e il rischio di concentrazioni editoriali.
Gli operatori di Telechiara hanno proposto all’assemblea legislativa del Veneto di impostare “un incisivo piano di azione per l’emittenza locale” volto ad “accompagnare e ricollocare quanti vengono estromessi dai processi di ristrutturazione aziendale pur avendo maturato professionalità significative ma difficilmente recuperabili in questo grave momento di crisi”, suggerendo che il Corecom assegni i contributi statali per le emittenti secondo criteri che valorizzino i programmi informativi, culturali, sociali e politici realizzati nel territorio regionale.
Quanto alla crisi occupazionale, il piano di azione regionale – secondo la proposta dei dipendenti di Telechiara – potrebbe prevedere per tecnici e giornalisti estromessi dai processi di ristrutturazione “canali di accesso privilegiato al sistema informativo della pubblica amministrazione” e forme di sostegno a iniziative di autoimprenditoria, in forma autonoma o associata, per attività di comunicazione “alternative e innovative”.
Nel corso dell’incontro, Peraro ha dato voce alla preoccupazione e al rammarico per il venir meno di una storica e peculiare “voce” nel panorama televisivo veneto e ha auspicato che con il bilancio di previsione 2013 la Regione riesca a razionalizzare le voci di spesa dedicate ai giovani e alla nuova imprenditoria recuperando così risorse a favore dei precari e dei fuoriusciti del mondo dell’informazione, in ragione della particolare utilità del loro servizio pubblico.
Dal canto suo, Antonino Pipitone ha stigmatizzato la condotta degli editori di Telechiara, che di fronte a una situazione di difficoltà – ha sottolineato – non hanno esitato a scaricare il peso della crisi sui dipendenti e sullo loro famiglie, e ha confermato pieno sostegno a un progetto regionale strategico a favore dell’editoria e dell’emittenza.
Un progetto che vedrà anche l’apporto del Corecom – ha promesso il vicepresidente Scanagatta – nonostante l’organo di garanzia regionale per le comunicazioni non possa cambiare di propria iniziativa i criteri governativi di assegnazione dei contributi all’emittenza (peraltro destinati ad azzerarsi nell’immediato futuro).
“Il Veneto, come dimostra la recente indagine condotta dal Corecom regionale – ha sottolineato il sociologo padovano – è una delle aree del Paese che contano il maggior numero di emittenti locali e dove l’informazione locale gode di buona audience. Tutto ciò rappresenta un patrimonio da valorizzare e da qualificare ulteriormente con progetti di formazione e aggiornamento per i professionisti dell’informazione, per rendere il sistema televisivo regionale ancor più competitivo”.

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