Perdite per oltre 9 milioni di euro, 9 esuberi e ricorso agli ammortizzatori sociali

Gazzetta del Sud chiede lo stato di crisi

REGGIO CALABRIA – La crisi editoriale colpisce anche quello che, fino a tre anni fa, era considerato un solido colosso: il quotidiano Gazzetta del Sud. Circa 3 milioni di euro la perdita nel 2010, che, se confermata nel 2011 e senza correttivi, porterebbe ad oltre 9 milioni di euro il bilancio totale delle perdite degli ultimi quattro esercizi.
Un seria crisi aziendale che la Società Editrice Siciliana, presieduta da Giovanni Morgante, ha deciso di fronteggiare predisponendo un “Piano di riorganizzazione aziendale” che costituisce formale avvio della procedura di stato di crisi, prevista dall’allegato D del contratto nazionale di lavoro giornalistico Fieg-Fnsi.
Tra l’altro, il Piano, della durata di 24 mesi a decorrere dal 1° aprile prossimo, prevede l’attivazione dello stato di riorganizzazione attraverso l’applicazione degli ammortizzatori sociali previsti dalla legge 416/81, compreso il ricorso alla Cassa Integrazione Straordinaria e ai prepensionamenti.
La Società Editrice Siciliana è di proprietà della Fondazione Bonino al 51,75%, dell’Italmobiliare (che fa capo a Carlo Pesenti) al 33%, della Messapia (che fa capo a Mario Ciancio) al 15% e di Francesco Puleo allo 0,25%.
Il quotidiano diretto da Nino Calarco (in carica dal 17 agosto 1968) e fondato nel 1952 dal cavaliere Uberto Bonino, ha cinque edizioni e dieci redazioni (Messina, Reggio Calabria, Cosenza, Catanzaro, Crotone, Lamezia Terme, Vibo Valentia, Catania, Ragusa, Siracusa, oltre l’Ufficio di Corrispondenza di Milazzo), che impiegano 87 giornalisti e 73 poligrafici e detiene la leadership dell’informazione in Calabria e nella provincia di Messina.

Negli ultimi anni “l’azienda ha investito ingenti risorse nella modernizzazione e nel rilancio della testata, attraverso l’introduzione di innovative tecnologie, al fine di essere al passo con le richieste avanzate da parte degli investitori pubblicitari e di attrarre il segmento dei lettori più giovani”.

“Tale nuova sfida – è scritto nel Piano – costata moltissimo in termini di risorse investite, ha purtroppo dovuto scontrarsi con la realtà della crisi congiunturale e strutturale di settore, che ha avuto pesanti riverberi sull’economia delle imprese editoriali giornalistiche e che ha comportato, per la Ses, non solo l’arresto della crescita aziendale, ma una gravosa contrazione del volume d’affari”.

Situazione che perdura da tre anni e che, a giudizio dell’azienda, “comporta la necessità che venga attuata una importante, seppur dolorosa, operazione di salvaguardia, attraverso lo studio di un disegno di aggiornamento e di riorganizzazione aziendale, al fine di evitare conseguenze ancora peggiori, dato che la crisi della stampa è ancora acuta e tutt’altro che conclusa”.

Tra le cause della crisi, “un pubblico orientato sempre più verso la televisione e, ormai, anche verso le nuove tecnologie quali il web e i sistemi di lettura digitale”. In particolare, la Ses, nonostante sia da oltre cinquant’anni un’impresa solida ed equilibrata, ritiene che “l’instabile situazione del mercato editoriale e le conseguenti involuzioni della produzione hanno messo in serio pericolo il futuro della Gazzetta del Sud”.

Il “periodo nero” all’origine della crisi risale agli esercizi 2006 e 2007, quello che ha visto l’azienda investire oltre 13 milioni di euro nell’operazione “full color”, ovvero nella trasformazione del quotidiano in un giornale completamente a colori. Investimenti non confortati da adeguati ricavi pubblicitari.
Per superare la crisi, la Società Editrice Siciliana intende ricorrere alla flessibilità e all’adattamento alle nuove condizioni di mercato per realizzare “un nuovo modello di giornale, anche attraverso la concentrazione delle redazioni e delle sedi, la razionalizzazione delle risorse umane e l’assorbimento del personale eccedente attraverso lo strumento dei pensionamenti anticipati per coloro che hanno maturato i requisiti previsti dalla legge”.
Per la gestione degli esuberi, l’azienda ipotizza interventi, spalmati in due anni, per la gestione di 9 esuberi, anche attraverso il ricorso alla mobilità interna.

Viva preoccupazione viene espressa dal segretario del Sindacato dei Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, componente della Giunta Esecutiva della Federazione Nazionale della Stampa, il quale assicura pieno sostegno al Comitato di Redazione ed ai giornalisti per la gestione della delicata vertenza che, presto, vedrà le associazioni regionali di stampa di Calabria e Sicilia e la Fnsi al tavolo con l’azienda e la Fieg.

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