Reeyot Alemu è stata condannata nel suo Paese a 5 anni di prigione per “terrorismo”: premiata per “l’eccezionale coraggio”

L’Unesco per la libertà di stampa ad una giornalista etiope

Reeyot Alemu

PARIGI (Francia) – Il Premio mondiale dell’Unesco 2013 per la libertà di stampa andrà alla giornalista etiope Reeyot Alemu, che nel suo Paese è stata condannata a cinque anni di prigione per “terrorismo”: è quanto si legge in un comunicato diffuso dall’organismo Onu per Scienza, Educazione e Cultura, con sede a Parigi.
La giuria del Premio, composto da professionisti dei media, ha riconosciuto “l’eccezionale coraggio, la resistenza, e l’impegno per la libertà d’espressione” della giornalista.
Alemu si è soprattutto occupata di questioni politiche e sociali in modo critico, interessandosi alle origini della povertà e alle diseguaglianze sessuali. Ha lavorato per molti media indipendenti. Nel 2010 ha creato la propria casa editrice e un mensile intitolato “Change”. Entrambi sono stati chiusi dalle autorità etiopi.
Nel 2011, mentre teneva una rubrica su Feteh, un settimanale nazionale, è stata arrestata, grazie a una controversa legge anti-terrorismo, che molte associazioni per il rispetto dei diritti umani denunciano regolarmente.
Dotato di un assegno di 25.000 dollari, il premio Unesco/Guillermo Cano viene conferito ogni anno. Verrà consegnato ufficialmente in occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa, il 3 maggio, durante una cerimonia in Costa Rica. Porta il nome del giornalista colombiano, Guillermo Cano, assassinato nel 1987 per aver denunciato le attività dei potenti baroni della droga del suo Paese. (Ansa)

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