Dopo i tagli choc il Cdr incassa il pacchetto di 10 giorni di sciopero garantendo la copertura sulle dimissioni del Papa

Con Laura Mengoni Bottani il consiglio Rcs si tinge di rosa

Sabina Rosset
MILANO – Il consiglio Rcs si tinge di rosa. Il Cda del gruppo convocato ieri per un aggiornamento sul piano di rilancio ha deciso di cooptare Laura Mengoni Bottani in sostituzione di Umberto Ambrosoli, dimessosi dopo la vittoria alle primarie del Centrosinistra per dedicarsi alla corsa per la Regione Lombardia.
La notizia, non ancora annunciata formalmente dalla società (è attesa una nota), trova conferma da fonti finanziarie al termine di un Cda durato circa 4 ore e svoltosi in un clima «pacato e produttivo».
La dirigente di Assolombarda era la prima dei non eletti nella lista di maggioranza presentata dai soci del patto all’ultimo rinnovo del board nell’aprile 2012 e fa il suo ingresso in un organismo storicamente al maschile, con solo il precedente di Jonella Ligresti (in Cda per il socio Fonsai dal 2004 al 2012).
Intanto dopo i tagli choc annunciati ieri l’altro dall’azienda ai vari organismi sindacali interni, con 800 esuberi previsti, 640 dei quali in Italia, il Cdr del Corriere della Sera è passato all’azione: Uno sciopero del quotidiano è stato indetto in concomitanza con la prossima riunione del consiglio Rcs che dovrà approvare il nuovo piano industriale.
L’appuntamento è previsto tra l’1 e l’11 marzo. Contatti sono stati presi con i Cdr della Gazzetta e della divisione Periodici con l’obiettivo di coinvolgere nello sciopero lo stesso giorno anche gli altri giornalisti del gruppo.
L’iniziativa, ha spiegato il Cdr, verrà revocata se ci saranno significative riduzioni ai tagli degli organici annunciati dall’azienda. Dopo l’annuncio dei vertici i giornalisti dei Periodici avevano indetto uno sciopero a partire da ieri e per quattro giorni.
Il Corsera aveva deciso, invece, di garantire la copertura informativa delle storiche dimissioni del Papa, incassando però dall’assemblea dei giornalisti una delega a un pacchetto di dieci giorni di sciopero.
Tra le rivoluzioni previste nel piano dell’amministratore delegato Pietro Scott Jovane figura anche il trasloco della sede del Corriere e della Gazzetta dalla sede storica in via Solferino a Milano – l’immobile verrà dismesso – alla più periferica via Rizzoli, dove il gruppo ha comunque completato da pochissimi anni un nuovo polo progettato dall’architetto Stefano Boeri.
Il possibile addio del Corriere a via Solferino ha fatto comunque sensazione. «Chiudere la sede di via Solferino cancellerebbe la storia del Corriere, un pezzo unico e irripetibile del patrimonio culturale italiano», ha scritto sul proprio profilo Facebook il segretario della Lega, Roberto Maroni. Per l’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, si tratta invece di «un colpo al cuore».
Rcs continua, intanto, a lavorare su un aumento di capitale atteso nell’ordine dei 400 milioni di euro, mentre dovrebbe rinegoziare con le banche quasi un miliardo di euro di linee di credito in scadenza in autunno. Rcs vuole poi vendere in tempi rapidi, un paio di mesi o poco più, una decina di testate. Se non sarà possibile, questi periodici saranno chiusi.
Alcuni acquirenti potenziali si sarebbero già fatti avanti in via del tutto preliminare, anche per l’intero perimetro di testate in vendita. Sono circolate anche voci (per ora senza conferme) di alcune manifestazioni di interesse non vincolante già pervenute (da parte di cordate di carattere finanziario, con la presenza anche di un editore).
Tra le indiscrezioni circolate, infine, è emersa quella che parla di un sondaggio da parte di Lettera43, il quotidiano online diretto da Paolo Madron e con soci come Matteo Arpe e Andrea Agnelli, in vista di una possibile acquisizione del Mondo, ma si tratterebbe di un interesse al momento ancora embrionale. Il Mondo, comunque, non figura tra i periodici in vendita. (Ansa)

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