
I morti (i giornali chiusi) non si possono certo tenere in vita ma la mano pubblica ha il dovere, laddove sia sua responsabilità, di impedire la scomparsa di voci dell’informazione o, peggio, provocare suicidi assistiti.
Ecco allora che la sfida deve essere trasparente e per un’editoria certamente sana, che non può quindi ricevere contributi nei luoghi nei quali si ricorre ad espedienti, a violazioni o abusi. E queste regole valgono, a maggior ragione, anche per chi non riceve contributi pubblici. Il sindacato dei giornalisti su questi punti ha e continuerà ad avere un atteggiamento univoco.
La concorrenza peraltro, in condizioni di trasparenza, aiuta tutti a migliorare la qualità dell’informazione come bene comune. “La superficialità di una battuta ripresa e rilanciata – come quella fatta a questo proposito dall’ing. De Benedetti, che ben conosce il pensiero del sindacato su questo argomento – non fa sicuramente premio di un pensiero compiuto e contestualizzato in un ragionamento più ampio.
Tuttavia una puntualizzazione l’ing. De Benedetti la merita perché si evitino fraintendimenti e non si diffondano altri messaggi fuorvianti e, appunto, molto superficiali.
Tuttavia una puntualizzazione l’ing. De Benedetti la merita perché si evitino fraintendimenti e non si diffondano altri messaggi fuorvianti e, appunto, molto superficiali.