Nei 100 anni dei cronisti lombardi, Pisapia addossa alla stampa “pettegolezzi e verità parziali”. E’ botta e risposta

Milano: scontro tra il sindaco e il Gruppo cronisti

Rosi Brandi, pres. Gruppo cronisti lombardi

Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia

MILANO – Una situazione di imbarazzo si è creata questa mattina alla cerimonia celebrativa dei 100 anni dalla costituzione del Gruppo cronisti lombardi (Gcl) del Sindacato giornalisti, a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano.
Il sindaco Giuliano Pisapia ha lanciato un j’accuse sull’attività dei giornalisti nei confronti dell’amministrazione. Arrivato con 50 minuti di ritardo (“per impegni in Prefettura”, ha spiegato l’entourage), Pisapia, peraltro con toni cortesisissimi, dopo aver detto che “é giusto e doveroso riportare le moltissime critiche su una macchina complessa come quella di Milano per il dovere di informare i cittadini” ha esortato “a una maggiore attenzione alla verifica delle fonti: non è una critica – ha detto -, piuttosto un’osservazione, ma a volte nascono pettegolezzi e verità parziali, altre volte vengono annunciate iniziative del Comune non ancora decise o prese che risultano cose non vere”.
Diversi cronisti presenti si sono detti “basiti” e alcuni hanno commentato che “se fosse stato il sindaco Moratti a dire queste cose sarebbe venuto giù il palazzo”.
Il presidente dei cronisti, Rosi Brandi, ha sottolineato nella sua introduzione che “si tiene la schiena dritta anche se si fa fatica” e che “il lavoro del cronista ha ancora senso e anzi ne ha di più – ha aggiunto citando un articolista del 1912 – per l’ora grave che vive il Paese”.
Il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, ha valorizzato “la straordinaria utilità della figura del cronista, che fa giornalismo di ‘prossimita”, perché è il cittadino che in una sorta di solitudine chiede sempre di più una informazione attraverso i suoi occhi”.
Successivamente il portavoce del sindaco Pisapia, Marco Dragone, ha fatto una precisazione in merito al ritardo del Sindaco, Giuliano Pisapia, alla cerimonia per i cento anni dei cronisti lombardi: gli impegni del sindaco in Prefettura “riguardavano la firma del Protocollo sulla legalità per Expo con il Ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, evento ampiamente seguito da tutti gli organi di stampa. Il Sindaco ha poi partecipato, come previsto, a tutta la cerimonia”.
“Sono molto stupito dalle affermazioni del sindaco di Milano, Giuliano Pisapia sui cronisti. Un titolo forzato non cambia mai la sostanza di chi ha il dovere di informare i cittadini. Le critiche e le osservazioni scomode sono il sale del mestiere del giornalista”.
Lo ha affermato il presidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti (Alg), Giovanni Negri, presente alla cerimonia per il centenario della nascita del Gruppo dei cronisti lombardi, riferendosi alle critiche mosse dal primo cittadino proprio ai cronisti.
“E sono ancora più stupito – ha continuato Negri – se penso che il sindaco Pisapia è stato in prima linea a difendere la libertà di utilizzo delle intercettazioni a garanzia della libertà di stampa che oggi ha messo in dubbio”.
Ad intervenire è anche l’Unione nazionale cronisti: “Rilevo che anche il sindaco di Milano Pisapia non si è sottratto allo sport preferito di tutti i primi cittadini, quello cioè di addossare ai cronisti tutte le loro difficoltà interne”. Così Guido Columba, presidente nazionale dell’Unci, nel capoluogo lombardo per la cerimonia celebrativa dei 100 anni dalla costituzione del Gruppo cronisti lombardi, ha commentato le parole del sindaco Pisapia.
“Le dichiarazioni di Pisapia – ha affermato Michele Crosti, past president dei Cronisti lombardi – sono dovute ad alcune dichiarazioni a lui attribuite che non erano vere. Di norma però i cronisti rappresentano la realtà correttamente. Se qualcuno ha sbagliato ne deve rispondere lui, non certo il gruppo di cronisti che lavorano a Palazzo Marino che rispetta di norma il principio della verità”.
“Ho trovato fuori luogo che il sindaco Pisapia abbia fatto affermazioni del genere nei confronti dei cronisti – ha affermato Andrea Morigi di ‘Libero’ al termine della cerimonia -. Mi è sembrato come il ministro Fornero all’incontro con la Fnsi. Come cronista sottolineo che uno deve scrivere la verità anche quando è scomoda, anzi sopratutto quando è scomoda, tanto per Pisapia quanto, in passato, abbiamo fatto con la Moratti, ad esempio per l’Ecopass. Se poi uno se la prende, si vede che ha sbagliato mestiere”.
Non si fa attendere la replica del primo cittadino di Milano: “Non ho mai messo in dubbio la libertà di stampa di cui sono da sempre uno strenuo difensore, neanche oggi, come facilmente verificabile dalla lettura delle parole che ho pronunciato”.
Così il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha commentato le critiche al suo intervento alla cerimonia per i cento anni del Gruppo cronisti lombardi.
“I giornalisti – ha aggiunto – hanno il diritto e il dovere di informare i cittadini, così come i cittadini devono essere informati. E’ necessario però informare in maniera corretta, verificando fino in fondo la veridicità delle notizie, sentendo sempre tutte le parti interessate, evitando che i pettegolezzi o verità parziali vengano trattati alla stregua di fatti reali”.
“Nel mio breve saluto – ha proseguito – ho ringraziato i cronisti presenti per quello che fanno ogni giorno, ho voluto però ricordare anche un importante principio della Carta dei doveri del giornalista in cui il cronista deve sempre verificare le informazioni ottenute dalle sue fonti e, che come affermato dalla Corte Costituzionale e dalla Corte di Cassazione, la condizione della verità della notizia comporta, come inevitabile corollario, l’obbligo del giornalista, non solo di controllare l’attendibilità della fonte (non sussistendo fonti informative privilegiate), ma anche di accertare e di rispettare la verità sostanziale dei fatti oggetto della notizia”.
“Nutro da sempre rispetto e stima per la professione giornalistica – ha concluso – e ritengo che la stragrande maggioranza dei cronisti svolga il proprio lavoro con professionalità. Il mio è stato un richiamo a un principio e a un dovere che in alcuni casi, oggi ho fatto un esempio concreto, é venuto meno”.  (Ansa)

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