
Le preoccupazioni dell’Usigrai sul possibile blocco della tutela legale dei giornalisti del servizio pubblico sono condivise totalmente dalla Fnsi. Peraltro, in un quadro in cui non si manifesta una chiara discontinuità nei processi di organizzazione editoriale e di assegnazione degli spazi di informazione secondo criteri veramente rispettosi di tutti i valori e di tutte le esperienze in campo, anche le notizie che arrivano dalla Rai sulla possibile tornata di nomine non paiono affatto rassicuranti.
In questa situazione, per la Fnsi cambiare non può significare ignorare né cancellare ciò che funziona. Soprattutto non si può continuare a ignorare quanti fanno il loro dovere per tenere alta la bandiera dell’informazione senza padrini.
Prima di andare avanti pericolosamente è necessario intendersi su quali siano i capisaldi che un’impresa editoriale deve garantire per l’autonomia dell’informazione. E sulle nomine, prima di procedere forse è il caso di valutare tutti i migliori curricula disponibili e di considerare attentamente tutte le energie professionali inopinatamente messe sotto schiaffo e spesso impedite di fare il loro lavoro, senza che perciò ci fosse giustificato motivo.
Prima di andare avanti pericolosamente è necessario intendersi su quali siano i capisaldi che un’impresa editoriale deve garantire per l’autonomia dell’informazione. E sulle nomine, prima di procedere forse è il caso di valutare tutti i migliori curricula disponibili e di considerare attentamente tutte le energie professionali inopinatamente messe sotto schiaffo e spesso impedite di fare il loro lavoro, senza che perciò ci fosse giustificato motivo.
Altro che tutela legale da negare! Qui il rischio è di pagare danni ingiustamente creati o ancora provocabili per scelte non chiare, dando per scontato che tanto, per chi decide, la tutela legale ci sarà. Ma cosi le cose non possono funzionare.