Angelucci contesta la multa dell’Agcom per violazione dell’obbligo di comunicare il controllo societario

Al Tar la sanzione a Libero e il Riformista

Antonio Angelucci

ROMA – Saranno decisi direttamente nel merito, il prossimo 12 ottobre, i ricorsi amministrativi con i quali Antonio Angelucci, imprenditore e deputato del Pdl, e le società editrici dei quotidiani Libero e Riformista contestano la delibera con la quale l’Agcom ha sanzionato lo stesso Angelucci per poco più di 103 mila euro per la violazione dell’obbligo di comunicare il controllo delle due società almeno dal 2006 al 2010.
Secondo l’autorità, Angelucci non avrebbe comunicato al Registro nazionale della Stampa l’acquisizione del “controllo” societario su Libero e Riformista, ledendo così il principio di trasparenza previsto per rendere agevolmente individuabili i soggetti che controllano, di fatto, un’impresa editrice.
Angelucci si è rivolto al Tar del Lazio per contestare questa delibera, sostenendo, tra l’altro, che la stessa sarebbe illegittima perché adottata con voto favorevole espresso solo dalla minoranza del collegio, nonché in violazione del suo diritto di difesa, non essendo stato ascoltato prima della decisione finale.
Non solo; censura anche l’esistenza di due diverse e contraddittorie norme che regolano le deliberazioni dell’autorità, e il fatto che la stessa Agcom, ai fini della sanzione, ha ritenuto determinante non la prova dell’influenza concreta di Angelucci sull’informazione delle due testate editoriali, bensì la mera eventualità (non provata, perché inesistente – sostiene il ricorrente) della possibilità in astratto di condizionamento anche episodico.
A ulteriore forza, nel ricorso si sostiene la non esistenza di alcun rapporto di collegamento tra Libero e il Riformista e si nega l’esistenza di un controllo di entrambe le testate. I giornali, secondo quanto si è appreso, contestano la delibera perché il Comitato per l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sulla base delle contestazioni dell’Agcom (che sostengono anche loro illegittime) può revocare i finanziamenti e anche negarli per il futuro.

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