
Palazzo Chigi
ROMA – Si riunisce stamane il Consiglio dei ministri. All’ordine del giorno, tra l’altro, un decreto legge contenente misure urgenti in materia di smaltimento dei rifiuti in Campania, un decreto legislativo relativo a disposizioni in materia di determinazione dei fabbisogni standard di comuni, città metropolitane e province.
Nella riunione verranno affrontate altre due questione di rilievo. La prima: salgono a 100 milioni i fondi per il settore dell’editoria (si è appreso che la cifra sarà iscritta nella tabella C della legge di stabilità). Nella commissione Bilancio della Camera è stato, infatti, approvato un subemendamento di Fli al maxiemendamento del governo che aumenta le risorse da destinare al settore che erano state fissate in precedenza a 60 milioni. Giuseppe Vegas, vice ministro all’Economia, ha annunciato ieri che il nuovo regolamento per la ripartizione dei fondi dell’editoria verrà presentato nella riunione di oggi del Cdm.
La seconda notizia di rilievo riguarda la possibile nomina del nuovo presidente della Consob. La scelta potrebbe riguardare proprio il vice ministro Vegas. “La questione è all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri”, ha annunciato ieri il premier Berlusconi a margine di una cerimonia.
Sull’identikit del nuovo presidente si è espresso Paolo Romani, neoministro per lo Sviluppo economico: “Vegas è un autorevole candidato”. Si dichiara soddisfatto per l’annuncio pure Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione legislativa: “Era ora, visto che l’ho chiesto a ogni riunione del Cdm. Finalmente ci siamo e possiamo dire: habemus papam”.
La Consob (Commissione nazionale per le società e la Borsa), è stata istituita nel 1974 come Authority amministrativa indipendente, dotata di personalità giuridica e piena autonomia, la cui attività è rivolta alla tutela degli investitori, alla trasparenza e allo sviluppo dei mercati finanziari e della Borsa. La Consob è senza presidente dal luglio 2010, data in cui a svolgere quelle funzioni pro tempore è stato chiamato Vittorio Conti in qualità “commissario anziano”.
L’ultimo presidente della Consob è stato Lamberto Cardia a iniziare dal 2003. Nel 2008 l’incarico gli è stato prorogato fino al 2010 perché una nuova legge ha stabilito in sette anni la durata del mandato.
Il 26 giugno 2009 il Consiglio dei ministri aveva respinto le dimissioni di Cardia in seguito ai contrasti tra la Consob e le commissioni Finanze di Camera e Senato sul recepimento di una direttiva europea sulla trasparenza societaria. Lo scorso 25 giugno Cardia è stato nominato presidente delle Ferrovie dello Stato.
L’onorevole Giuseppe Vegas, Pdl, candidato a prendere il posto di Cardia, è stato sottosegretario alle Finanze e al Tesoro nel governo Dini (1995), viceministro per l’Economia e le Finanze dei governi guidati da Berlusconi tra il 2001 e il 2006, incarico in cui è stato confermato anche nella legislatura in corso.
Se la poltrona di presidente della Consob non sarà più vacante da oggi, forse lo si deve anche al lavoro d’inchiesta della trasmissione “Report” condotta su Raitre da Milena Gabanelli che domenica scorsa si era occupata di authority segnalando con forza il caso della Consob che da parecchi mesi era restata senza presidente.
C’è intanto una nuova polemica. Il 29 novembre la Camera discuterà la mozione di sfiducia nei confronti di Sandro Bondi, ministro dei Beni culturali, proposta da Pd e Idv. Lo ha deciso ieri la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio.
“Questo orientamento non ha nulla a che vedere con l’impegno a discutere le mozioni di sfiducia sul governo dopo il via libera alla legge di Stabilità”, ha precisato Dario Franceschini, capogruppo del Pd.
Sulla data del 29 novembre è scoppiata la querelle da parte del Pdl perché sono fissate per il 13 e 14 dicembre la discussione e il voto sulle mozioni di appoggio (Senato) e di sfiducia (Camera) al governo. Il partito del premier avrebbe preferito il rispetto di una sorta di tregua fino a quelle date decisive per le sorti del governo.
Il ministro Bondi parla di “iniziativa abnorme” e inutile.
“Se sarà sfiduciato dovranno rassegnarsi. Noi facciamo le nostre scelte, le portiamo con coerenza fino in fondo”, commenta invece Pier Luigi Bersani, segretario del Pd.