
DUBAI (Qatar) – Non accenna a diminuire la tensione tra il Qatar e tre delle sue sorelle del Golfo – Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein – che la settimana scorsa hanno richiamato i propri ambasciatori, ma anzi si estende su altri piani: diversi giornalisti sauditi ed emiratini hanno lasciato le testate qatariote per le quali lavoravano.
I commentatori sportivi emiratini Faris Awadh e Said Al Kabi hanno rassegnato le dimissioni dall’emittente “beIn Sport”, precedentemente conosciuta come al Jazeera Sport. Entrambi i cronisti hanno annunciato la fine delle loro collaborazioni via social network senza tuttavia accennare ad una eventuale causa politica, forzata o meno.
L’opinionista saudita Samar Al Mogren, legato al quotidiano Qatary Daily, ha invece esplicitamente twittato che “il ministero della Cultura e dell’Informazione ha deciso di terminare le collaborazioni dei giornalisti sauditi con testate qatariote”.
La crisi, senza precedenti, ha assunto dimensione pubbliche e diplomatiche con l’annuncio del ritiro, mercoledì scorso, degli ambasciatori di Riad, Abu Dhabi e Manama. Il Qatar non rispetta gli accordi di non ingerenza negli affari interni dei Paesi vicini, avevano scritto i tre Paesi in un comunicato congiunto.
Il braccio di ferro regionale tuttavia è datato, e trova l’apice nell’appoggio di Doha ai Fratelli Musulmani, accusata di favorire l’organizzazione di cellule negli altri Paesi del Golfo dove la Fratellanza è, invece, ritenuta illegale. Un appoggio tradotto, inoltre, sia nel sostegno al governo Morsi in Egitto, sia con il lasciar partire attacchi ai Paesi vicini dalle sue piattaforme mediatiche e dalle sue moschee. Una crisi che non ha lasciato immune nemmeno la letteratura.
Lo scrittore Abdo Khal, vincitore dell’Arabic Booker Prize, la prima volta di un autore di uno dei Paesi del Golfo, ha declinato la sua partecipazione alla cerimonia di premiazione a Doha, dove erano state programmate due serate di incontri ed interventi a lui dedicate.
“Con la tensione dei drammatici eventi di questi giorni e il ritiro dell’ambasciatore saudita dal Qatar non ho ritenuto opportuno recarmi a Doha”, ha commentato Khal sottolineando di non essere stato consigliato o costretto da alcuno a non andare a ritirare il premio. A cercare di versare un po’ d’acqua sul fuoco è il Bahrein.
Il ministro degli Esteri del piccolo e tumultuoso emirato petrolifero, già protagonista di uno dei capitoli della Primavera araba del 2011, Khalid bin Ahmad al Khalifa, dal suo profilo twitter invita alla calma esortando a “lasciare le controversie alle parti preposte”. “E’ loro compito gestirle. E spero che nessuno offenda uno dei suoi fratelli oltre confine”, ha scritto agli oltre 160,000 followers abituali. (Ansamed).
I commentatori sportivi emiratini Faris Awadh e Said Al Kabi hanno rassegnato le dimissioni dall’emittente “beIn Sport”, precedentemente conosciuta come al Jazeera Sport. Entrambi i cronisti hanno annunciato la fine delle loro collaborazioni via social network senza tuttavia accennare ad una eventuale causa politica, forzata o meno.
L’opinionista saudita Samar Al Mogren, legato al quotidiano Qatary Daily, ha invece esplicitamente twittato che “il ministero della Cultura e dell’Informazione ha deciso di terminare le collaborazioni dei giornalisti sauditi con testate qatariote”.
La crisi, senza precedenti, ha assunto dimensione pubbliche e diplomatiche con l’annuncio del ritiro, mercoledì scorso, degli ambasciatori di Riad, Abu Dhabi e Manama. Il Qatar non rispetta gli accordi di non ingerenza negli affari interni dei Paesi vicini, avevano scritto i tre Paesi in un comunicato congiunto.
Il braccio di ferro regionale tuttavia è datato, e trova l’apice nell’appoggio di Doha ai Fratelli Musulmani, accusata di favorire l’organizzazione di cellule negli altri Paesi del Golfo dove la Fratellanza è, invece, ritenuta illegale. Un appoggio tradotto, inoltre, sia nel sostegno al governo Morsi in Egitto, sia con il lasciar partire attacchi ai Paesi vicini dalle sue piattaforme mediatiche e dalle sue moschee. Una crisi che non ha lasciato immune nemmeno la letteratura.
Lo scrittore Abdo Khal, vincitore dell’Arabic Booker Prize, la prima volta di un autore di uno dei Paesi del Golfo, ha declinato la sua partecipazione alla cerimonia di premiazione a Doha, dove erano state programmate due serate di incontri ed interventi a lui dedicate.
“Con la tensione dei drammatici eventi di questi giorni e il ritiro dell’ambasciatore saudita dal Qatar non ho ritenuto opportuno recarmi a Doha”, ha commentato Khal sottolineando di non essere stato consigliato o costretto da alcuno a non andare a ritirare il premio. A cercare di versare un po’ d’acqua sul fuoco è il Bahrein.
Il ministro degli Esteri del piccolo e tumultuoso emirato petrolifero, già protagonista di uno dei capitoli della Primavera araba del 2011, Khalid bin Ahmad al Khalifa, dal suo profilo twitter invita alla calma esortando a “lasciare le controversie alle parti preposte”. “E’ loro compito gestirle. E spero che nessuno offenda uno dei suoi fratelli oltre confine”, ha scritto agli oltre 160,000 followers abituali. (Ansamed).