COSENZA – Ancora una volta le vicende legate all’ormai fallito “Calabria Ora” tornano nelle aule di tribunale. Un giornale che proprio non trova pace nemmeno dopo aver chiuso definitivamente i battenti con il nome de “L’Ora della Calabria”. Nome che rievoca le ben note vicende della censura e della rotativa di De Rose che, “rotta”, non fece mai arrivare in edicola il quotidiano, allora diretto da Luciano Regolo, con la notizia sull’indagine a carico di Andrea Gentile, figlio del senatore Tonino. Questa volta però il “cinghiale ferito” non c’entra nulla. Il processo che si svolge a Cosenza vede, infatti, sul banco degli imputati gli imprenditori bruzi Piero Citrigno e Fausto Aquino, che nel 2000 fondarono il giornale, e tre amministratori delle società “Cooperativa editoriale calabrese – Cec” e “Paese Sera editoriale” (entrambe fallite): Rosanna Grillo, Tommaso Funari e Massimo Zimbo.
L’accusa, secondo quanto sostengono i pm Giuseppe Cozzolino, Donatella Donato e Giuseppe Cava, ipotizza che i cinque avrebbero distratto illecitamente fondi dalla disponibilità delle due società fallite, creando un danno a dipendenti e giornalisti. Davanti al giudice Enrico Di Dedda hanno parlato quattro consulenti delle due società fallite (Cec nel 2012, Paese Sera nel 2013), ovvero Sergio Campana, Maria Zinno, Roberto Conforti e Gianluca Gelsone, che hanno ricostruito i rapporti di lavoro con le due società e i relativi amministratori. In aula è stato anche ascoltato il direttore dell’epoca in cui sarebbero avvenuti i fatti contestati, Paolo Pollichieni, oggi direttore del Corriere della Calabria e dell’agenzia di stampa Il Velino, che ha dichiarato di non conoscere chi fosse Rosanna Grillo (una degli amministratori) e di aver avuto come interlocutori dell’azienda Piero Citrigno e Fausto Aquino. Si tornerà in aula il 31 gennaio del prossimo anno. (giornalistitalia.it)
A processo a Cosenza Citrigno, Aquino, Grillo, Funari, Zimbo: distrazione di fondi