Trentacinque giornalisti che hanno lavorato per l’agenzia di stampa invitano l’editore a ritirare i licenziamenti

Adnkronos, lettera aperta per la “riconciliazione”

ROMA – “Non vogliamo credere che quello spirito di comunità possa venire spezzato, né pensare che si rischi di disperdere un patrimonio accumulato in cinquanta anni e che appartiene a noi tutti”.
Firmata da 35 ‘ex’ dell’agenzia, arriva una lettera aperta contro i licenziamenti annunciati all’Adnkronos, con un invito aperto alla riconciliazione: “Siamo convinti che, come in passato, qualsiasi vertenza sindacale, qualsiasi contrapposizione, possa essere superata guardandosi negli occhi e trovando insieme una soluzione. Tra colleghi, come sempre ci siamo considerati, pur nel rispetto delle diverse posizioni”.
Tra le firme, quelle di Umberto Cutolo (ex direttore Adnkronos), Daniele Repetto (ex direttore editoriale), Pino Palmieri (ex vice direttore Adn), Mauro Mazza (direttore Rai Sport), Maria Teresa Meli (Corriere della Sera), Nicola Rao (responsabile Tgr Lazio Rai), Antonio Satta (vicedirettore Milano Finanza), Francesco Lo Sardo (direttore l’Unità), Alessio Panizzi (vicedirettore Ansa).
“Abbiamo lavorato tutti alla Adnkronos, in tempi e per periodi diversi – si legge nella lettera – e siamo tutti orgogliosi di questa esperienza. Molti di noi sono nati e cresciuti in quella redazione, nella quale abbiamo lasciato amici e colleghi straordinari. Ci sentiamo parte di una storia di successo, quella di una piccola agenzia che è riuscita negli anni a crescere al fianco di due colossi, misurandosi e spesso battendoli, fino a diventare anch’essa una grande realtà dell’informazione”.
Questo, proseguono, “è stato possibile grazie alla professionalità di tutti, ad ogni livello e a uno spirito di corpo eccezionale, alla consapevolezza di essere prima di tutto una comunità. L’orgoglio di chi ha lavorato all’Adnkronos è sempre stato quello di far parte di un’azienda che ha sempre assunto e mai licenziato. Per quanto possiamo ricordare questo è sempre stato anche l’orgoglio del suo direttore, che in ogni occasione, non ha mai mancato di affermare che si considera in primo luogo un giornalista. Lo diceva ieri e l’altro ieri, e noi vorremmo sentirglielo ripetere anche oggi e pure domani”. (Ansa)

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