Il segretario generale Fnsi ricorda che la stampa libera e pluralista è una funzione essenziale della democrazia

Franco Siddi e Giorgio Napolitano
ROMA – Al messaggio augurale del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, all’Italia e agli italiani può e deve corrispondere un augurio al presidente della Repubblica perché i suoi appelli e la sua capacità di attenzione e ascolto alle sofferenze e ai bisogno dei cittadini producano, sin dal nuovo anno, una responsabilità alta e nuova di tutta la politica.
Non c’è settore della vita sociale e del lavoro da cui dipende la dignità delle persone e delle comunità che non avverta la necessità di un esercizio dell’attività politica istituzionale e di quella che si sviluppa attraverso i soggetti sociali (quelli dell’imprenditoria, del sindacato, dell’associazionismo, del volontariato) come fatica sociale.
Per giornalisti e mondo dei media il discorso del Capo dello Stato è certamente tema di riflessione puntuale per una valutazione plurale della condizione del Paese attraverso l’esercizio leale di un’informazione corretta in un ambito di pluralismo riconosciuto e rispettato.
In questo senso i giornalisti sono e devono sentirsi sempre più parte di quella fatica sociale, che deve tornare a essere essenza riconoscibile di tutti linguaggi pubblici, da quelli della politica, a quelli del lavoro e delle sofferenze.
La stampa libera e pluralista, che faccia conoscere lo stato delle cose e sappia liberarsi dalle spinte delle diverse propagande è una funzione essenziale delle democrazie e, oggi, per il dialogo sociale, il rinnovamento e la saldezza delle istituzioni.
Il lavoro dei giornalisti, nel loro complesso – con una riscoperta pubblica di quello delle frontiere, delle difficoltà e incertezze in materia di lavoro e sicurezza – ha bisogno non solo di registrare i dati delle cronache negative ma di contare su azioni di rinnovamento alle quali lavorino da oggi tutte le classi dirigenti (giornalisti compresi per la loro parte) badando – come osserva il Capo dello Stato – a un orizzonte più lungo delle carriere individuali, che non sono mai la priorità della vita civile comunitaria.
Franco Siddi
Segretario generale Fnsi
Il segretario generale Fnsi ricorda che la stampa libera e pluralista è una funzione essenziale della democrazia
I giornalisti tornino ad essere essenza riconoscibile
Franco Siddi e Giorgio Napolitano
ROMA – Al messaggio augurale del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, all’Italia e agli italiani può e deve corrispondere un augurio al presidente della Repubblica perché i suoi appelli e la sua capacità di attenzione e ascolto alle sofferenze e ai bisogno dei cittadini producano, sin dal nuovo anno, una responsabilità alta e nuova di tutta la politica.
Non c’è settore della vita sociale e del lavoro da cui dipende la dignità delle persone e delle comunità che non avverta la necessità di un esercizio dell’attività politica istituzionale e di quella che si sviluppa attraverso i soggetti sociali (quelli dell’imprenditoria, del sindacato, dell’associazionismo, del volontariato) come fatica sociale.
Per giornalisti e mondo dei media il discorso del Capo dello Stato è certamente tema di riflessione puntuale per una valutazione plurale della condizione del Paese attraverso l’esercizio leale di un’informazione corretta in un ambito di pluralismo riconosciuto e rispettato.
In questo senso i giornalisti sono e devono sentirsi sempre più parte di quella fatica sociale, che deve tornare a essere essenza riconoscibile di tutti linguaggi pubblici, da quelli della politica, a quelli del lavoro e delle sofferenze.
La stampa libera e pluralista, che faccia conoscere lo stato delle cose e sappia liberarsi dalle spinte delle diverse propagande è una funzione essenziale delle democrazie e, oggi, per il dialogo sociale, il rinnovamento e la saldezza delle istituzioni.
Il lavoro dei giornalisti, nel loro complesso – con una riscoperta pubblica di quello delle frontiere, delle difficoltà e incertezze in materia di lavoro e sicurezza – ha bisogno non solo di registrare i dati delle cronache negative ma di contare su azioni di rinnovamento alle quali lavorino da oggi tutte le classi dirigenti (giornalisti compresi per la loro parte) badando – come osserva il Capo dello Stato – a un orizzonte più lungo delle carriere individuali, che non sono mai la priorità della vita civile comunitaria.