Nell’editoriale di oggi il direttore illustra la nuova linea: “La magistratura ci aiuti a un’informazione seria e responsabile”

Regolo: “l’Ora”, una sfida con la Calabria nel cuore”

Luciano Regolo

Luciano Regolo

RENDE (Cosenza) – Lettrici e lettori carissimi, non voglio rubarvi né tempo, né attenzione: i giornali non sono dei direttori e, anche se sono di proprietà delle case editrici, dovrebbero appartenere, culturalmente e moralmente, alle comunità di riferimento, essere il riflesso delle idee e dei veri bisogni delle persone alle quali si rivolgono.
Ho visto tanti, troppi colleghi, in tutta Italia, ammalati di protagonismo, più concentrati sui propri tornaconti, che non sulla necessità di un’informazione realmente libera, trasparente, propositiva, in grado a volte di promuovere il confronto sui problemi per arrivare a delle soluzioni.
Con questa convinzione voglio solo salutarvi, brevemente ma con calore. Perché la direzione de “l’Ora della Calabria” che assumo da quest’oggi per me ha un significato non solo professionale, ma anche profondamente affettivo.
Sono nato qui, a Catanzaro e ne andai via a 18 anni, con la voglia di tornarvi il meno possibile, sentendomi le vie sbarrate nei miei sogni e nelle mie aspirazioni. Poi, maturando il richiamo delle radici si è fatto sempre più forte. Ma non avrei mai pensato di tornare e svolgere il mio lavoro in questa regione. Per questo ho accettato la sfida: mi piacerebbe che questa testata fosse il riflesso di un’altra Calabria, quella che funziona o che vuole funzionare, quella che non si limita alle lamentele, ma esprime idee e fatti, li difende con coraggio e coerenza, aggrega voci ed energie su valori, contribuisce a risollevare un’intera comunità da logiche stagnanti che ci stanno condannando a un fondo senza più ritorno.
Non è una sfida facile, lo so. Ma conto su di voi tutti, che, col nuovo progetto, che studieremo con la redazione, avrete sempre più spazio, sulle nostre pagine e sul nostro sito.
Mi rivolgo, poi, a tutti i vescovi della Calabria, perché nell’esempio di Papa Francesco, ci aiutino a scuotere le coscienze e a diffondere lo spirito più autenticamente cristiano anche nell’affrontare i problemi della nostra realtà territoriale, chiedo a tutte le autorità politiche, e in special modo al presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, di guardare al nostro giornale come a una delle voci della comunità calabrese che aspetta delle soluzioni e che, soprattutto, ci crede ancora.
Lo stesso appello rivolgo alla magistratura perché aiuti la stampa locale a un’informazione seria e responsabile, agli imprenditori e a quanti ogni giorno nel silenzio, spesso sfidando muri di immobilismo continuano a portare avanti le loro sfide.
A tutti questi soggetti e a voi, lettrici e lettori, rivolgo il mio augurio perché si possa cooperare al meglio col medesimo obiettivo: far venire fuori l’altra Calabria, sommersa, riportando qui, in qualche modo anche l’amore e le idee di tanti calabresi che vivono lontano, ma sono ancora qui col cuore. Com’è successo a me. Non so come andrà, sul piano professionale questa mia esperienza, ma so che nessun fallimento mi farà mai sentire deluso dalla Calabria, né perdere il fascino che mi porterò sempre dietro per le famiglie calabresi che vivono duramente del proprio lavoro, che conducono le loro battaglie senza proclami, senza chiacchiere, ma con i fatti. E sono tante, più di quanto non si creda dall’alto di eburnee torri di supponenza, alterigia e opportunismo.
Ringrazio l’Editore Alfredo Citrigno per la fiducia e l’opportunità che mi ha dato. È anche per la sintonia che si è creata con lui, fin dal nostro primo dialogo, per il suo entusiasmo e il dinamismo di giovane ma risoluto imprenditore, che mi trovo qui. Ringrazio i miei colleghi che già da oggi hanno lavorato con altrettanto entusiasmo con me in una partita non semplice. (l’Ora della Calabria)

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