PECHINO (Cina) – Chen Yongzhou, giornalista del quotidiano “New Express” di Canton, nel sud-est della Cina, ha confessato di fronte alle telecamere dell’emittente televisiva statale cinese “Cctv” di avere intascato tangenti per confezionare articoli contro la “Zoomlion”, azienda a capitale pubblico di macchinari per le costruzioni, oggetto di da parte di Chen di dure critiche sul giornale per cui scriveva.
Il reporter era stato arrestato settimana scorsa con l’accusa di avere “danneggiato l’immagine commerciale” del gruppo, in cui lo Stato ha una partecipazione del 20 per cento e che lo scorso anno ha avuto profitti per circa 12 miliardi di yuan, pari a circa 1,6 miliardi di euro.
Il suo caso era stato portato alla luce dallo stesso “New Express”, che mercoledì aveva pubblicato in prima pagina a grandi caratteri, evento rarissimo nella Repubblica Popolare, una richiesta di rilascio a favore del proprio collaboratore: “Per favore liberatelo”, strillava il titolo.
Nel relativo articolo il giornale, oltre a chiedere la scarcerazione di Chen, spiegava anche ai lettori che il materiale prodotto dall’accusato sul conto della “Zoomlion” era accurato e verificato. Il giorno dopo, sempre in prima pagina, il “New Express” aveva sollecitato di nuovo le autorità a rilasciare il giornalista, da poco arrestato.
Nella sua lunga inchiesta, Chen aveva fatto riferimento alla pratica di truccare i bilanci da parte del gruppo, che ha sede nella città di Chengsha, nella Cina centrale, e ad altre frodi commerciali. Secondo quanto dichiarato ieri dal cronista messo alla gogna virtuale dalla “Cctv”, gli articoli finiti sotto inchiesta sarebbero stati scritti da altri e poi consegnati a lui, purché li pubblicasse con la propria firma.
Chen ha raccontato di fronte alle telecamere di aver riscosso, per ogni pezzo pubblicato, un compenso illecito per migliaia o addirittura decine di migliaia di yuan, equivalenti a centinaia o migliaia di euro. Non ha, invece, voluto fare il nome di chi gli avrebbe passato gli articoli. In almeno un caso non avrebbe neppure riletto il testo, passandolo direttamente alla redazione.
“Sono pronto a confessare e a pentirmi dei miei reati”, ha dichiarato Chen, “e vorrei chiedere scusa alla «Zoomlion», ai suoi azionisti e alla stampa, la cui credibilità ha sofferto per causa mia e della mia famiglia”.
Chen ha poi dichiarato di essere anche stato pagato per effettuare due viaggi, a Pechino e a Hong Kong, dove incontrare membri delle authorities del mercato azionario e segnalare loro i presunti illeciti della “Zoomlion” riportati negli articoli a sua firma. (Agi) .