
L’ultimo pagamento, si legge nella nota diffusa dal coordinamento dei collaboratori del giornale, è avvenuto a maggio e riguardava il mese di novembre 2012. Da tre mesi, quindi, i collaboratori non ricevono nessun pagamento, nonostante quotidiane sollecitazioni all’azienda e all’amministratore delegato Fabrizio Meli.
In più le redazioni di Bologna e Firenze hanno chiuso le cronache, quindi diversi collaboratori si ritrovano senza lavoro e in più con un credito di migliaia di euro, mentre sembra sempre più lontano un rilancio della testata.
“Chiediamo con forza – scrivono – al segretario del Pd, Guglielmo Epifani, a tutti i parlamentari Pd e a tutti i dirigenti Pd di porre fine a questa vergogna. Non riteniamo possibile che il Pd stia a guardare mentre un’azienda di cui è azionista affama i suoi lavoratori e nega loro il diritto basilare e imprescindibile della retribuzione del lavoro svolto”.
“Chiediamo che il partito si attivi immediatamente affinché vengano saldati i debiti che la società Nie ha nei confronti dei collaboratori. Un partito che fa dei propri valori fondanti la difesa del lavoro non può permettere che proprio un’azienda di cui è azionista calpesti in modo così plateale i suoi lavoratori”, si legge nella nota.
“Se non avremmo delle risposte celeri e non ci sarà una pronta risoluzione della vicenda, nostro malgrado e con rammarico, saremo costretti a concludere che il Pd non ha interesse a difendere i diritti dei suoi stessi lavoratori, lavoratori che operano proprio in una delle realtà più vicine al partito che ha vincoli di azionariato e di vicinanza politica con la testata. Sarebbe un comportamento vergognoso che siamo sicuri il Pd non vorrà mettere in pratica”, conclude il coordinamento dei collaboratori del “l’Unità”. (Asca)