Sottoscritto da circa 200 tra parlamentari, giornalisti e uomini di cultura per scongiurare la chiusura della storica testata

Appello “bipartisan” per salvare il Secolo d’Italia

Giorgia Meloni

Sergio Cassini

ROMA – Salvare il “Secolo d’Italia” dalla chiusura definitiva, restituendo la storica testata della destra italiana al dibattito politico e culturale: è questo l’allarme lanciato dal leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, riaprendo il dibattito, mai sopito, a destra sul patrimonio della fondazione An.
“Si fa sempre più insistente – ha detto l’ex ministro – l’ipotesi di una messa in liquidazione del quotidiano di cui la Fondazione Alleanza Nazionale è editore. Sarebbe questa una decisione particolarmente dolorosa sotto il profilo politico e numerosi sono stati, anche da sinistra, gli attestati di stima per il lavoro culturale svolto da decenni”.
L’appello per scongiurare la chiusura della testata on line è stato sottoscritto da circa 200 tra parlamentari, giornalisti e uomini di cultura di tutti gli orientamenti politici. Numerose le firme del Pd tra cui quelle di Rosy Bindi, Luigi Berlinguer e Paolo Gentiloni.
Come ha ricordato il direttore della testata, Marcello De Angelis, proprietaria della testata è la Fondazione An che possiede un patrimonio di oltre 40 milioni di euro: “Sarebbe assolutamente inaccettabile che parte di questi beni non venissero utilizzati per garantire la sopravvivenza del giornale”.
Numerose le prese di posizione di parlamentari di Fratelli d’Italia. Per Achille Totaro si tratta di un foglio che ha “rappresentato una voce scomoda negli anni del «ghetto» del centrodestra”: non solo deve tornare on line, ma è indispensabile restituirlo alla distribuzione cartacea.
Per Fabio Rampelli, vicepresidente di Fdi, “la classe dirigente che fu di An dovrebbe accettare questa sfida, pur nelle difficoltà di un’area politica che è esplosa in mille pezzi”. Francesco Storace, da tempo in polemica con la Fondazione An perché avrebbe chiuso i rubinetti finanziari al suo movimento, suggerisce una chiave di lettura diversa: “Si tratta di polemiche legate alla gestione dei beni della Fondazione, anche perché i costi di un giornale on line non possono essere esorbitanti”. E conclude con un’allusione non proprio ermetica: “Prima o poi ci sarà qualche autorità che farà chiarezza su beni e patrimonio”. (Ansa).

Giorgia Meloni: “Troviamo un accordo con il personale in esubero”

ROMA – Un’iniziativa dal successo insperato: in poche settimane sono circa duecento le personalità della cultura, della politica e del giornalismo che hanno scelto di aderire all’appello per la salvaguardia del Secolo d’Italia.
“Non catalogatela come un’iniziativa di Fratelli d’Italia – spiega la promotrice Giorgia Meloni, che nel quotidiano è diventata professionista – ma di chi ha a cuore una voce libera”. Un quotidiano che “esiste da oltre sessant’anni, non è stato solo un house organ, è stato una palestra culturale, è stata una formidabile scuola di formazione. E che, come si ricorderà dalla famosa foto di via Milano, è stata un laboratorio politico e un «avanguardia culturale»”.
L’appello rivolto alla Fondazione Alleanza Nazionale è affinché si impegni non solo a mantenere in vita la testata, ma “a rilanciarla, con una diversa presenza in internet e riportando in edicola il giornale con un’edizione cartacea”.
La fondatrice di Fratelli d’Italia chiede poi di trovare un accordo con il personale in esubero “dopo che c’è stato il ritorno di ex parlamentari che sono giornalisti. A questo proposito – ha aggiunto la Meloni – vorrei fare una riflessione: io stessa sono una giornalista del Secolo d’Italia «in aspettativa non retribuita».
Voglio dire che metto a disposizione la mia posizione personale perché non mi interessa lavorare domani al Secolo, ma mi interessa che il Secolo lavori oggi. E penso che tutti gli altri che sono nella mia stessa posizione farebbero un gesto straordinario a dare lo stesso segnale”. (Secolo d’Italia)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *