Il Comitato di redazione ed i fiduciari di Bologna e Firenze del quotidiano fondato da Antonio Gramsci sottolineano la disponibilità dei giornalisti a stringere la cinghia al massimo, ma ricordano che “una delle condizioni poste come irrinunciabili dalla proprietà e non condivisa dalla rappresentanza sindacale è stata la sospensione delle cronache di Bologna e Firenze”.
Da martedì prossimo, infatti, i lettori della Toscana e dell’Emilia e Romagna non troveranno in edicola l’inserto, anche se – sottolinea il Cdr – “l’intesa che ne prevede la chiusura non è stata ancora siglata”.
Insomma, per i giornalisti de “l’Unità”, “il filo vitale” che lega il quotidiano alla Toscana e all’Emilia e Romagna “non si deve spezzare. Nel processo di avvio di nuove piattaforme multimediali vi saranno finestre dedicate a Firenze e Bologna. Siamo in attesa che si apra un confronto di merito con la direzione e con l’azienda sul piano industriale ed editoriale per dare concretezza a questi impegni e precisare i termini dell’accordo sindacale”.
I giornalisti impegnati nelle due redazioni “daranno il loro contributo alle pagine nazionali, ma dalle sedi di Bologna e Firenze” e “condizione per l’accordo con l’azienda è il rispetto dei diritti e delle spettanze di tutti i colleghi, comprese quelle dei collaboratori che più di altri hanno pagato il prezzo della crisi e che nessuno pensa possano essere cancellate”.
La redazione ha, infatti, “accettato una solidarietà pesantissima, del 35%, pur di salvare l’Unità. Si aspetta che la proprietà faccia a pieno la sua parte e che gli impegni al rilancio e all’innovazione dell’azienda e della direzione siano concreti e praticabili”.
Il direttore Sardo: “Da settembre inserti settimanali per Emilia Romagna e Toscana”
ROMA – “Le redazioni di Firenze (e le pagine della Toscana) e di Bologna (e le pagine dell’Emilia Romagna) sono state nel tempo tra le radici più importanti e robuste de l’Unità. Radici nella società, nel giornalismo, nella cultura, nella dimensione civica di due Regioni che hanno segnato il rapporto tra la sinistra e il Paese. Queste radici resteranno ben piantate nel terreno e daranno nuova linfa al nostro giornale, anche se oggi è l’ultimo giorno in cui l’inserto de l’Unità uscirà in questa forma”. A confermarlo, in un editoriale, è il direttore de l’Unità, Claudio Sardo.
“Ragioni di bilancio, e più in generale l’incalzante trasformazione del mercato editoriale, ci spingono a innovare. Affrontare un cambiamento è sempre difficile: richiede supplementi di coraggio, creatività, passione. E ovviamente comporta dei rischi”, spiega il direttore annunciando che da oggi “La Toscana e l’Emilia Romagna saranno più presenti nel giornale nazionale. E da settembre con l’Unità usciranno due settimanali regionale (uno dellaToscana, uno dell’Emilia Romagna). Sarà il cuore di una rinnovata presenza giornalistica”.
“Sarà nostro compito – spiega ancora Sardo – stare sul mercato con i valori di sempre e con le modalità più moderne ed efficaci. Siamo convinti che il settimanale – che avvierà a settembre le pubblicazioni – arricchirà la relazione sentimentale tra l’Unità la Toscana e l’Emilia Romagna. E siamo convinti che ci aiuterà ad ampliare le radici.
Il settimanale, infatti, non resterà solo: la nuova stagione de l’Unità, anche a livello nazionale, sarà segnata da una maggiore integrazione tra giornale di carta e web. Mentre i colleghi della redazione di Firenze e Bologna verranno chiamati a dare un maggiore contributo alla fattura dell’edizione nazionale, cercheremo tutti insieme di compiere un salto organizzativo verso la redazione integrata, con l’impegno contemporaneo dei giornalisti de l’Unità in tutte le piattaforme (carta, web, social network).
È la nuova regola del giornalismo in tutto il mondo. E questo comporterà anche per Toscana ed Emilia Romagna una presenza ulteriore, più impegnativa per qualità e quantità, sul sito. Promuoveremo – assicura Sardo – blog e spazi di approfondimento sulla vita di Firenze, di Bologna e delle due Regioni. Apriremo la porta a nuovi protagonisti e testimoni. E chiederemo ai nostri collaboratori – che sentiamo parte viva della nostra comunità – di seguirci in questo percorso, anzi di accendere i riflettori su quella parte di società che non si rassegna al declino, all’ingiustizia, alla diseguaglianza crescente. L’Unità, nella sua storia, ha attraverso tanti passaggi difficili. Ha quasi novant’anni e li porta bene. Noi, da oggi, lavoreremo per una nuova giovinezza”. (Ansa).