
Francesco Gaetano Caltagirone
ROMA – Caltagirone Editore chiude il 2012 con “un bilancio molto negativo, una perdita molto consistente”, ricorda il presidente Francesco Gaetano Caltagirone, spiegando all’assemblea degli azionisti che, con la crisi economica che nel Paese non allenta la morsa, per il gruppo “il flusso della pubblicità non solo continua a restare negativo, ma si aggrava di giorno in giorno”, con il primo trimestre 2013 che secondo primi dati provvisori si preannuncia in calo, “intorno al -20/25% rispetto all’anno scorso”.
Resta quindi alto anche l’impatto sui conti: i risultati 2012 “non sono numeri provvisori”, avverte Caltagirone, e anche per il primo trimestre di quest’anno si preannuncia un “andamento fortemente negativo”.
L’assemblea ha oggi approvato il bilancio 2012. Francesco Gaetano Caltagirone ha scelto di parlare senza mezzi termini ai soci: “Voglio che gli azionisti sappiano chiaramente qual’é la situazione”, ha sottolineato in assemblea, parlando della crisi che pesa sul settore, e di come le prospettive di recupero siano affidate alla ripresa economica nel Paese che ancora non si vede.
Nel 2012 “la perdita è stata veramente ingente” e le prospettive sono ancora “veramente nere”, ha indicato spiegando la decisione di non distribuire un dividendo nonostante la politica del gruppo Caltagirone “da sempre” favorevole alla distribuzione di una cedola ai soci.
Per l’esercizio 2012 è stato più opportuno “passare un giro”, una scelta voluta anche per dare “un segnale chiaro”: non si può dare un dividendo “nella tempesta”, la società tornerà a farlo, anche eventualmente da riserve, “se le cose andranno verso il sereno”.
La risposta di Caltagirone Editore alla crisi è nell’azione portata avanti “per contenere i costi e espandere i ricavi”, un piano significativo, tagli che avrebbero dovuto portare a “tornare all’utile nel 2013″: ma , avverte ancora Francesco Gaetano Caltagirone, “tutto quello che è stato raggiunto nel rimettere a posto il bilancio si azzera se è questo” l’andamento degli investimenti pubblicitari.
Nel primo trimestre “febbraio è stato il mese peggiore, terribile”. Poi “marzo é stato meno cattivo, e anche aprile”. La crisi economica continua a pesare: “Il Paese non cammina, non si vende, e la pubblicita cala. Anche quella istituzionale delle grandi aziende, perché tutti tagliano le spesé”. In prospettiva, l’amministratore delegato della concessionaria pubblicitaria del gruppo, ha spiegato Caltagirone agli azionisti, vede “un rallentamento della discesa nel secondo e nel terzo trimestre 2013″. Ma “al momento la ripresa non c’é”.
Un segnale positivo per il gruppo arriva dalla reazione all”aumento dei prezzi dei quotidiani, a febbraio: “Normalmente un aumento del prezzo determina una caduta forte delle vendite” ma in questo caso è stata “molto meno di quanto ci si aspettava”. Così è un passaggio che “avrà sul bilancio un effetto positivo”.
“Il sistema dovrà capire – ha avvertito ancora Caltagirone – che i giornali come sono adesso hanno un costo insostenibile se non è retto dalla pubblicità”, e con la crisi “sono prodotti più ricchi di quanto viene pagato con il flusso dei ricavi pubblicitari”.
E un settore “che credo dovremo ristrutturare”. Ma le mosse di ogni editore sul prodotto restano legate a quelle dei concorrenti, e per il momento il settore resta quindi fermo nell’attesa di una ripresa dell’economia.
“Noi – ha indicato Caltagirone agli azionisti – abbiamo grandi riserve liquide, possiamo resistere”. (Ansa)