

Urbano Cairo
ROMA – “La linea editoriale non è affatto in discussione. Non do via i giocatori migliori, quelli che creano ascolto, che ci danno visibilità sul mercato. Di loro non si muoverà nessuno, anzi, dovremo fare il massimo per valorizzarli”.
Lo afferma in un’intervista a “La Stampa”, Urbano Cairo, con cui Telecom tratterà in esclusiva per la cessione di La7, sottolineando che non solo resterà Mentana “ma anche Santoro, la Gruber, Formigli. Professionisti validissimi che non ho alcuna intenzione di cambiare. Non sono un editore televisivo, almeno non ancora. Ma certe cose mi sono già molto chiare”.
Quindi nessun rischio di tv berlusconiana, “anzi. Io da Berlusconi – ricorda – sono stato licenziato nel 1995, da allora l’ho sempre avuto come avversario”. Lo scoglio più difficile, dice, sarà cominciare “a rientrare delle perdite, ma senza venire meno agli obiettivi della rete”. Ma “il valore delle news e dell’approfondimento” sarà preservato, “non sarà certo lì che andremo a tagliare i costi”.
Cairo non si esprime sul perché Telecom abbia scelto la sua offerta, ma, osserva “noi prendendo La7 gli portiamo via la parte problematica, quella che perde, lasciando a loro la piattaforma multiplex, quella per la trasmissione del segnale digitale, destinata ad avere più valore in futuro”.
Il destino de La7 è, dunque, tracciato. Telecom tratterà la sua cessione in esclusiva con Urbano Cairo, dopo che il Cda ha preferito la sua offerta a quella del fondo Clessidra, anche se la decisione non è stata presa all’unanimità.
La partita, secondo quanto si apprende, dovrebbe chiudersi ai primi di marzo in modo da permettere al cda di Telecom Italia Media in agenda per il 4 marzo di deliberare la vendita. L’imprenditore piemontese comunque guarda già avanti: “é importante mettersi velocemente al lavoro per dare slancio alla rete che ha dei punti di forza notevoli ma anche costi notevoli. Bisogna trovare un equilibrio”, ha spiegato all’Ansa.
Nessuna apertura, dunque, a Diego Della Valle che aveva presentato una manifestazione di interesse chiedendo tempo per studiare il dossier e presentare la sua proposta. E nessuna concessione alla politica che chiedeva di rimandare a dopo le elezioni ogni decisione.
“Il messaggio che abbiamo voluto dare é che la politica non entra nel cda di Telecom”, ha commentato Tarak Ben Ammar, consigliere di Telecom lasciando la sede di Telecom dopo una riunione relativamente breve (poco più di 2 ore).
“Il messaggio è che abbiamo preso una decisione prima delle elezioni nel solo interesse dell’azienda” ha aggiunto, sottolineando che in consiglio “non abbiamo parlato dell’offerta di Della Valle”, che potrebbe però rientrare nella partita “se Cairo non compra”. E comunque, aggiunge Ben Ammar, “se Della Valle vuole, si mette d’accordo con Cairo” stesso.
Per il quale arriva il primo endorsement dalla rete, tramite Gad Lerner: “Cairo è una vecchia conoscenza, un tipo che bada al sodo, non me lo vedo pedina di giochi altrui”, scrive il conduttore sul suo sito.
L’offerta che il direttore finanziario Piergiorgio Peluso ha illustrato oggi in consiglio era migliorativa rispetto alla precedente che, secondo indiscrezioni, prevedeva l’acquisto de La7 (escluso il 51% di Mtv Italia) senza debiti e con un vendor loan di 90 milioni di euro. La proposta “é solo sulla parte «malata», un contributo ci vuole”, aveva detto alla vigilia del cda Cairo e, pur senza dare la cifra esatta, aveva precisato che il “vendor loan” era “significativamente inferiore alla perdita di un anno”.
Dopo la vendita, dunque, a Ti Media resteranno in pancia i multiplex, valutati intorno ai 300-350 milioni di euro. L’effetto Della Valle, anche se non ha convinto il cda, ha però fatto fare il botto a Ti Media in Borsa: +10,67% con scambi pari al 3,1% del capitale. “Prendiamo atto della decisione del Cda di Telecom” ha dichiarato a caldo l’imprenditore marchigiano.
“Volevamo tentare di costruire un modello nuovo di società media – ha aggiunto – che coinvolgesse un gruppo di investitori italiani, professionisti che lavorano attualmente a La7 ed altri che sarebbero arrivati, per cercare di sviluppare ancora con più determinazione un polo televisivo coerente con i principi di salvaguardia dell’indipendenza dell’informazione”.
Il nodo Ti Media è quello che catalizza l’attenzione ma sul tavolo del cda in queste ore c’erano anche altri due temi. Il presidente esecutivo Franco Bernabé dovrebbe aver fatto il punto sull’operazione di ricapitalizzazione attraverso il lancio di un bond ibrido attraverso 3 miliardi di euro.
In attesa di conoscere i dettagli tecnici dell’emissione, Moody’s ha assegnato un rating provvisorio Ba2 a lungo termine e outlook negativo. Dovrebbe esserci stato anche un passaggio formale che riguarda l’impairment test e la sua metodologia. I numeri saranno a disposizione dei consiglieri in tempo per il cda del 7 marzo che ha all’ordine del giorno l’approvazione de bilancio.
Le svalutazioni starebbero in una forchetta tra i 2 e i 4 miliardi di euro sui 36,8 miliardi di avviamenti e la conseguenza immediata sarebbe quella di un azzeramento dell’utile. Martedì poi la parola passerà a Telco, la holding che controlla il 22,4% di Telecom, riunire i cda. Sul tavolo i conti del trimestre e la svalutazione del prezzo di carico delle azioni. Gli analisti hanno stimato necessaria una riduzione da 1,5 a 1,2 euro ma più recenti indiscrezioni ipotizzano un taglio più drastico a 1 euro, comunque sopra gli attuali valori di Borsa. (Ansa)