PECHINO (Cina) – La rappresaglia di Pechino contro il New York Times, che due mesi fa pubblicò un reportage sul patrimonio della famiglia dell’ex premier Wen Jiabao, non si è fatta attendere. A Chris Buckley, che dal 2000 era corrispondente per il quotidiano americano in Cina, non è stato rinnovato il visto e il giornalista ha dovuto lasciare Hong Kong.
“Me ne rammarico”, ha spiegato Jill Abramson, direttore del Nyt, “abbiamo dovuto far trasferire Buckley fuori dalla Cina nonostante avessimo ripetutamente richiesto il rinnovo del visto. Spero che Pechino ci ripensi e consenta a Chris e alla sua famiglia di tornare in Cina”.
L’inchiesta pubblicata a ottobre dal giornale approfondiva il contesto in cui i parenti di Wen avevano accumulato consistenti ricchezze (stimate in 2,7 miliardi di dollari) mentre questi era alla guida del governo.
Il reportage finì nel mirino delle autorità, che accusarono il New York Times di voler “infangare” la Cina e la sua classe dirigente e oscurarono i siti web del quotidiano nel Paese. Ma quella contro Buckley appare una vendetta trasversale, visto che l’autore dell’articolo è David Barboza, capo dell’ufficio di Shangai, tra i sei giornalisti del quotidiano ai quali il visto è stato confermato.
Lo scorso mese di maggio a Melissa Chan, corrispondente di al Jazira, fu riservato lo stesso trattamento del quale è stato fatto oggetto Buckley: un reportage sul lavoro forzato nelle carceri cinesi le chiuse la strada al rinnovo del visto. (Agi)
Il corrispondente del New York Times due mesi fa pubblicò un reportage sul patrimonio della famiglia Wen Jiabao