SASSARI – Il quotidiano “La Nuova Sardegna” di Sassari oggi non sarà in edicola per uno sciopero dei giornalisti proclamato ieri dall’assemblea. L’iniziativa è stata assunta, spiega il Cdr, “in risposta alla posizione di chiusura assunta dall’azienda che ha disdettato, in maniera unilaterale, il percorso avviato in forma consensuale un anno fa per il ricorso alla Commissione paritetica su temi interpretativi che riguardano le retribuzioni”.
“Inutili – sottolinea il sindacato interno – sono stati finora tutti i tentativi attuati dall’organismo sindacale per evitare la rottura”.
L’assemblea aveva già affidato al Cdr un pacchetto di cinque giorni di sciopero e deliberato la proclamazione dello stato di agitazione e il blocco delle iniziative speciali, a cominciare dall’inserto di fine anno.
I giornalisti dell’Unione Sarda “hanno proclamato uno sciopero per protestare contro una lettera firmata dall’Ad che riporta gravi affermazioni sul ruolo e sull’azione del Comitato di redazione”, è quanto hanno sottolineato, in una nota congiunta, la Federazione nazionale della Stampa e l’Associazione Stampa Sardegna.
“Chi accusa il Cdr di arrecare danni al giornale – hanno precisato Fnsi e Assostampa – trascura un principio basilare: la gestione dell’impresa editoriale non è del sindacato, il quale ha il diritto e il dovere di essere un interlocutore come parte sociale. La lettera costituisce un inaccettabile tentativo di condizionare l’azione dei colleghi impegnati in una dura vertenza in difesa dell’autorevolezza e della qualità del giornale. La risposta della redazione è stata immediata e chiara, la rappresentanza sindacale aziendale ha agito con pieno mandato dell’assemblea, che ne ha condiviso azione e obiettivi nel rispetto del confronto leale finalizzato alla risoluzione dei problemi. La redazione ha chiesto inutilmente all’azienda di ritirare le lettere. L’Associazione della stampa sarda e la Federazione nazionale della stampa nel condividere le giuste motivazioni della protesta faranno tutto il necessario perché siano rispettati i diritti sindacali e chi li fa valere”. (Ansa)
Proclamato dai giornalisti “in risposta alla posizione di chiusura assunta dall’azienda”. Solidarietà di Assostampa e Fnsi