L’Odg delle Marche giudica immotivate le accuse di Patrizia Rossini a Claudio Felicetti e Maria Grazia Lappa

“Ingiustificati attacchi del sindaco ai giornalisti”

Patrizia Rossini, sindaco di Castel di Lama

ANCONA – “Ha rivolto pesanti attacchi pubblici ai giornalisti locali che hanno criticato le scelte dell’Amministrazione. Senza prove sono solo immotivate e scorrette invettive”. Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti delle Marche ha esaminato un esposto nel quale i colleghi Claudio Felicetti (Il Messaggero) e Maria Grazia Lappa (Il Resto del Carlino) lamentano “violenti attacchi denigratori (ripetuti quanto infondati) da parte del sindaco di Castel di Lama, Patrizia Rossini, e di alcuni componenti della maggioranza”.
I giornalisti, che allegano alla loro segnalazione anche talune trascrizioni di sedute del Consiglio comunale che riportano stralci degli attacchi loro rivolti, verrebbero accusati di parzialità e preconcetta opposizione all’attività dell’Amministrazione, con ripetute esternazioni che, fatte in Consiglio comunale e senza che agli stessi fosse quindi consentita possibilità di replica, “risultano ancora più gravi e screditanti”.
Il sindaco addirittura, nella seduta dell’11 giugno 2012, avrebbe “minacciato l’intervento del vigile urbano presente” per allontanare dall’aula i cronisti che ritiene ostili alla sua Amministrazione. Analoghe critiche lo stesso sindaco Rossini ha, inoltre, rivolto ad “una ristretta rosa di giornalisti locali” in una intervista rilasciata a “Riviera Oggi”.
Letto l’esposto e rinvenute nelle trascrizioni dei lavori consiliari ripetute censure rivolte dal sindaco ai corrispondenti dei due quotidiani, il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti delle Marche non ritiene di poter entrare nel merito di quelle affermazioni, non essendo mai stato investito, dallo stesso sindaco o da altri, di un giudizio su fatti specifici e documentati addebitabili ai corrispondenti dei giornali locali. Ritiene, tuttavia, che la durezza dei toni usati dal sindaco Rossini e la sede istituzionale pubblica dalla stessa utilizzata per le sue esternazioni non trovino giustificazione.
La critica politica, quando sia esercitata con lealtà e nel rispetto della verità, è uno dei pilastri della democrazia e trova pertanto la più solida tutela nell’ordinamento costituzionale. Tutela che non può estendersi, ovviamente, alla falsificazione dei fatti o alla gratuita denigrazione dell’avversario. La Legge professionale dei giornalisti afferma che “È diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica”, con gli unici limiti “delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui”, del “rispetto della verità sostanziale dei fatti” e dei “doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede”.
A fronte di comportamenti professionali che avessero travalicato quei limiti e che quindi fossero effettivamente censurabili, il sindaco di Castel di Lama avrebbe potuto sia pretendere la pubblicazione sugli stessi quotidiani di risposte e rettifiche nel rispetto delle normative sulla stampa, sia ricorrere a questo Ordine, denunciando e documentando eventuali, presunti illeciti, per una valutazione del comportamento dei colleghi sotto il profilo deontologico e disciplinare.
Ove il sindaco Rossini intendesse percorrere queste vie, troverebbe nell’Ordine un interlocutore attento, rigoroso e severo, oltre che un giudice sereno e imparziale dell’operato dei colleghi. In caso contrario, ogni invettiva agli stessi rivolta in sedi inappropriate, senza sollecitare un oggettivo accertamento dei fatti e senza l’opportunità di un reale contraddittorio, pecca della stessa parzialità contro cui pretende di rivolgersi e rappresenta una scelta di cui lo stesso sindaco deve assumersi ogni responsabilità, non solo nei confronti dei destinatari delle sue esternazioni ma soprattutto dinanzi alla comunità che le ha espresso consenso e fiducia.

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