L’iter della legge Moffa alla Commissione Lavoro pare molto più accidentato di quanto appaia dall’esterno del Palazzo

Equo compenso: dubbi e distinguo dai verbali del Senato

Maurizio Bekar

Dario Fidora

Massimo Marciano

ROMA – ”Approvare la legge sull’equo compenso al Senato, così come ha già fatto la Camera, ma soprattutto approvarla immediatamente alla ripresa dei lavori della Commissione Lavoro a Palazzo Madama”.
E’ l’invito a fare presto, a non indugiare ulteriormente, lanciato da Maurizio Bekar (coordinatore della Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi e Coordinamento giornalisti precari e freelance dell’Assostampa Friuli Venezia Giulia), Dario Fidora (coordinatore della Commissione lavoro autonomo dell’Assostampa Sicilia e membro della Commissione nazionale lavoro autonomo), Massimo Marciano (Consiglio di amministrazione dell’Inpgi e consigliere del Comitato amministratore della Gestione separata Inpgi) e Moira Di Mario (responsabile del Coordinamento precari, atipici e freelance dell’Associazione Stampa Romana.
“L’iter della legge Moffa alla Commissione Lavoro del Senato – rilevano Bekar, Fidora, Marciano e Di Mario – pare molto più accidentato di quanto appaia dall’esterno del Palazzo. Dalla lettura dei resoconti ufficiali della Commissione, pubblicati sul sito del Senato, emergono infatti dubbi, cautele e distinguo da parte di più senatori. Ed anche proposte di emendarla ed «addolcirla», soprattutto tenendo conto del contesto in cui opera la piccola editoria e quella locale”.
“Appare contraddittorio – proseguono i giornalisti – anche l’atteggiamento del Governo che mentre alla Camera, per bocca del sottosegretario Peluffo, aveva espresso parere favorevole, alla Commissione Lavoro del Senato, invece, è già intervenuto tre volte per porre freni, distinguo e per preannunciare degli emendamenti”.
“Tutti i senatori – affermano i quattro giornalisti – sono consci della grave situazione lavorativa in cui versa la maggioranza dei giornalisti freelance, pagati pochi euro, spesso con ritardi anche di un anno e senza alcuna tutela”. Per questo Bekar, Fidora, Marciano e Di Mario sollecitano l’approvazione delle legge evidenziando che “chiudere la legislatura con questo atto di giustizia nei confronti dei lavoratori precari di un settore vitale per la democrazia, come l’informazione, sarebbe il modo migliore per dimostrare che questo Parlamento intende congedarsi con un atto di reale innovazione nel settore del lavoro precario, nel rispetto di valori costituzionali di alto profilo quali la libertà dell’informazione e la dignità del lavoratore”.
“Intanto, per quanto ci riguarda – concludono Bekar, Fidora, Marciano e Di Mario –  è utile mantenersi costantemente informati sull’iter del disegno di legge e sulle posizioni che sul tema emergono in seno al Parlamento e al Governo, tenendosi pronti, al caso, a ogni forma di mobilitazione”.

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