Pier Luigi Borgo vegliato per una settimana dalla moglie malata. Arrestati due sciacalli. Una gravissima denuncia

L’ingresso del Condominio Inpgi di via Cassia 1217
ROMA – Tragedia della solitudine e dell’abbandono degli anziani in un condominio Inpgi di Roma. Il giornalista Pier Luigi Borgo, 84 anni, è stato trovato morto dalla polizia, entrata nel suo appartamento di via Cassia 1217, lunedì 20 agosto, grazie all’intervento dei vigili del fuoco, circa una settimana dopo il decesso.
Accanto a lui, la moglie, malata di Alzheimer, disidratata e allo stremo delle forze, che ha vegliato il marito morto per almeno cinque giorni.
Come non bastasse, al tragico epilogo si è aggiunto l’oltraggio finale: i due operatori inviati dall’Ama per la disinfestazione sono stati beccati con le mani nel sacco mentre rubavano nell’appartamento e condannati per direttissima a sei mesi di reclusione.
Nato a Brescia il 9 aprile 1928, Pier Luigi Borgo era giornalista professionista iscritto all’Ordine dei giornalisti del Lazio dal 1° luglio 1955.

Pierluigi Franz
A rendere nota la sconvolgente storia è il sindaco dell’Inpgi, Pierluigi Roesler Franz, che ha diffuso una durissima lettera-esposto firmata dagli inquilini del Condominio Inpgi 1215-1217, Umberto Rosso, Jean-Marc Bordier, Saverio Gaeta e Marco Leonessa.
“La drammatica vicenda – spiega Pierluigi Franz – purtroppo, ripropone la necessità di verificare concretamente l’efficienza, la professionalità e la funzionalità dei sostituti portieri in periodo estivo, scelti tramite una società esterna di servizi, la loro concreta affidabilità”.
Franz ritiene, quindi, “necessario e indilazionabile che il delicatissimo problema venga discusso al più presto in una riunione congiunta dei presidenti e vice presidenti delle Commissioni Personale, Appalti e Affitti Immobili Inpgi, proprio per definire delle linee guida procedurali con istruzioni ben precise da parte dell’istituto e compiti ben definiti.
L’esposto-denuncia dei condomini dello stabile Inpgi di via Cassia
Lunedì 20 agosto, dopo la chiamata di alcuni inquilini dello stabile Inpgi di via Cassia 1207/15, i vigili del fuoco sono entrati nell’appartamento al primo piano della palazzina B. E lì, a terra in un angolo del salotto, hanno trovato il corpo senza vita del collega giornalista Pier Luigi Borgo. Accanto, disidratata e allo stremo delle forze, la moglie, malata di Alzheimer, che aveva vegliato il marito morto per almeno cinque giorni. Ci chiediamo e vogliamo sapere se si sia trattato di una morte annunciata, se questa tragedia si sarebbe potuta evitare con un tempestivo intervento. Poiché da una settimana, esattamente da lunedì 13 agosto, inquilini del condominio avevano lanciato, invano, l’allarme al sostituto portiere e suo tramite all’Inpgi. E gli amministratori del nostro Istituto, in quanto ente di diritto pubblico, se portati a conoscenza di situazioni a rischio hanno il dovere di avvisare le autorità di polizia.
Per quanto ci risulta, il signor Pier Luigi Borgo è stato visto con certezza per l’ultima volta mentre andava a fare la spesa allo Sma sabato 11 agosto. Successivamente le serrande di casa mantenute totalmente abbassate, nonostante il gran caldo, avevano, già lunedì 13, spinto alcuni inquilini a citofonare e a tentare di informarsi sugli eventuali movimenti dei coniugi, coinvolgendo anche il sostituto portiere. Nessun movimento in casa. Nessuna risposta al citofono. I segnali di qualcosa di strano al primo piano c’erano tutti. Ci siamo preoccupati, trattandosi di due persone anziane ammalate, senza figli e senza altri contatti con familiari.
La signora Rosso ha chiesto al portiere di avvisare subito l’Inpgi e lei stessa ha provato a contattare l’Istituto, a tutti i numeri dell’Immobiliare e no, come anche al telefonino del geometra…che si occupa del condominio, senza alcun risultato per giorni. La polizia ci ha detto che, in mancanza di una specifica denuncia, sarebbe stato compito dell’amministratore accertare la situazione.
Nel frattempo si sono succeduti ben quattro sostituti portieri, fino a quando, lunedì 20, alcuni inquilini hanno notato che due tapparelle risultavano alzate (certamente a opera della signora Borgo in un momento di lucidità). A questo punto, intorno alle 12, l’inquilino Gaeta ha ulteriormente chiesto al sostituto portiere presente se poteva attivarsi, intervenendo in qualche modo o contattando qualcuno all’Inpgi, ma costui – un giovane che si è mostrato del tutto indifferente alla segnalazione – ha risposto che non aveva alcun riferimento d’emergenza. Già a quel punto fino alle scale si era sprigionato un terribile odore dall’appartamento dei Borgo. Dopo una rapida consultazione fra le inquiline signore Gaeta e Rosso, si è dunque deciso di chiamare il 113 e di qui la tragica constatazione della morte del nostro coinquilino. Da segnalare che, alle 13 in punto, nonostante la presenza della Croce rossa e dei vigili del fuoco, il sostituto portiere si è alzato dal gabbiotto, non ha domandato alcunché e nemmeno salutato i presenti, e si è avviato verso l’uscita del condominio, tornando la mattina dopo come se nulla fosse accaduto (sia detto qui per inciso: è evidente che il personale di sostituzione inviato dall’Istituto è del tutto inadeguato ai compiti da svolgere).
Alle 13.40, una volta giunti alla consapevolezza sui tragici fatti, l’inquilino Gaeta ha chiamato il geometra…, ma il cellulare ha squillato a vuoto. Alle 13.50 gli ha inviato il messaggio: «Sono Gaeta di via Cassia. Siamo con i pompieri e abbiamo trovato morto il sig. Borgo», chiedendogli di ricontattarlo. Attesa la riapertura degli uffici Inpgi, ha provveduto quindi a tentare di contattare numerosi interni, compreso quello delle informazioni inquilini, senza ricevere risposta, lasciando comunque un messaggio alla segreteria telefonica. Finalmente, alle 14.50, ha potuto parlare con l’ufficio alloggi disponibili, comunicando l’avvenuto e chiedendo se qualcuno poteva fare un sopralluogo per vedere il da farsi. L’unica risposta dell’Inpgi è stata una telefonata informativa del geometra… alle 15.24, ma nessuno si è visto giungere sul luogo. Nonostante l’evento avesse mobilitato vigili del fuoco, Croce rossa, polizia, magistrato, medico legale e pompe funebri. Con un oltraggio finale: i due operatori Ama della disinfestazione che hanno rubato nell’appartamento, beccati con le mani nel sacco e condannati per direttissima a 60 giorni.
Sono dunque arrivati proprio tutti. Tranne l’amministratore responsabile dello stabile, o qualche suo delegato dell’Inpgi. Il medico legale ha ipotizzato la morte del collega Borgo per infarto da almeno cinque giorni, in attesa della perizia necroscopica disposta dal magistrato. Nessuno dunque in quel momento si è pronunciato con certezza sulle cause della morte. E se la causa fosse stata una fuga di gas nel palazzo? Una dispersione di corrente elettrica? Un qualche cedimento nell’appartamento? L’amministratore, di fronte a un caso simile, ha il dovere di verificare immediamente la situazione dello stabile, per evitare di mettere eventualmente a rischio l’incolumità degli altri inquilini…”.
I due sciacalli (inviati dall’Ama per la disinfestazione) arrestati e condannati
A riferire dell’arresto e della condanna dei due sciacalli è stato il quotidiano “la Repubblica”: “I due addetti alla polizia mortuaria dell’Ama (dipendenti di una ditta appaltatrice), un italiano di 59 anni e un romeno di 23, sono stati arrestati dagli agenti del commissariato Flaminio. Condannati per direttissima a 6 mesi di carcere, sono stati immediatamente scarcerati con pena sospesa”.
Raccontando la tragedia di via Cassia 1027, “la Repubblica” ricorda che “Pierluigi Borgo e la moglie uscivano molto raramente, ma i condomini li conoscevano bene e, sapendo che i due coniugi non andavano in vacanza, hanno cominciato ad allarmarsi vedendo le persiane restare sempre chiuse per diversi giorni.
Abbiamo avvisato il portiere ma ci ha detto che doveva chiamare l’istituto – accusano alcuni inquilini – da allora sono passati diversi giorni e non è successo nulla. Abbiamo telefonato all’Inpgi ma senza alcun risultato. Poi, ieri, abbiamo cominciato a sentire l’odore che filtrava dalla porta e abbiamo telefonato al 113». Sul posto sono arrivati agenti e vigili del fuoco che, all’inizio, hanno pensato di forzare una finestra. Dopo aver bussato a lungo, però, la porta si è aperta e pompieri e poliziotti si sono trovati di fronte a una scena agghiacciante. Il corpo ormai in decomposizione del pensionato era riverso a terra mentre la moglie cercava di porgergli un bicchiere d’acqua. «Non lo svegliate, dorme» ha detto agli agenti.
L’anziana donna è stata ricoverata in ospedale per un grave stato di disidratazione. Qualche tempo dopo, gli operatori della mortuaria sono entrati nell’appartamento per disinfettarlo. I due hanno chiesto ai poliziotti di uscire: «Non possiamo lavorare se restate qui» e la cosa ha insospettito gli agenti. Qualche minuto dopo, infatti, i poliziotti sono entrati all’improvviso e hanno sorpreso i due sciacalli sul fatto. Il romeno e l’italiano hanno gettato a terra alcuni degli oggetti preziosi che stavano trafugando ma sono finiti immediatamente in manette. Poi il processo e l’immediata, prevedibile, scarcerazione”.
La tragica scomparsa del dott. Pierluigi Borgo, è un episodio gravissimo, il caldo dell’estate e la solitudine sono stati fattori predominanti. Un’afa terribile, nei giorni precedeni il dott. Borgo si recava a fare la spesa sotto un sole cocente, ricurvo trascinava i pesi, entrava nel piccolo condominio come un’ombra. Delle volte lamentava lunghe attese davanti alla portineria, aspettando di chiedere informazioni al custode, spesso assente. Una persona, un amico, un condomino…persona garbata, lui e la moglie “invisibili” nel piccolo condominio, forse un saluto in più, disponibilità da parte di tutti, forse … il dott. Borgo non si sarebbe trovato in “questa tragica situazione” e fine … anche una parola in più, poteva essere di aiuto. Facciamo un’autocritica…
Un condominio “PARTICOLARE” … Non tutti i condomini sono stati avvertiti di questa denuncia fatta all’Inpgi, eppure tutti noi abbiamo vissuto questo tragico evento, questa era la qualità del condominio in questione. Non condivido le lamentele verso l’Inpgi.